Sul filo di Arianna corre la rintracciabilità

Divertimento, ecologia e sicurezza: tre pilastri su cui Honda basa la sua filosofia. In questo contesto si inserisce il progetto Rfid che la filiale Italiana del colosso giapponese ha sviluppato per migliorare controllo qualità e attività di approvvigi …

Divertimento, ecologia e sicurezza: tre pilastri su cui Honda basa la sua filosofia. In questo contesto si inserisce il progetto Rfid che la filiale Italiana del colosso giapponese ha sviluppato per migliorare controllo qualità e attività di approvvigionamento. Un sistema di tracciabilità dei lotti per la produzione delle proprie motociclette Hornet e Cbr, dunque, che, battezzato “Arianna”, rappresenta il fiore tecnologico all’occhiello della società abruzzese, presa a modello da altre country del gruppo.

«Nell’automotive si tratta di un problema molto sentito – spiega Silvio Di Lorenzo, vice presidente esecutivo di Honda Italia Industriale – che, soprattutto per garantire al consumatore il controllo delle parti e al contempo migliorare la produzione e la catena logistica, abbiamo deciso di superare sviluppando con Ibm un sistema Rfid. Ora i modelli di moto che escono dalle nostre linee sono tracciati e siamo in grado di individuarli e intervenire prontamente nel caso si verifichino problemi: ad esempio, può accadere che su una moto destinata al mercato inglese venga montato un fanale che illumina a sinistra».

Con un’infrastruttura basata su J2ee in ambiente open standard e Websphere Application Server, integrata con i sistemi It in uso, la società di Atessa punta anche a ridurre lo stock di magazzino di circa 5 milioni di euro (i).

L’iniziativa segue l’onda lunga del rinnovamento avvenuto, negli ultimi anni, nel sistema informativo. Nel 2007, i tag (sia attivi che passivi) sono entrati in azienda, seguiti dal wireless. «Eravamo partiti qualche anno fa con un piccolo progetto sviluppato al nostro interno – sottolinea il responsabile It, Nicola Marrone -, ma nel 2006, abbiamo condiviso la filosofia con Ibm, affidandole uno studio di fattibilità sul ciclo di vita dei lotti che, ormai a regime, sarà in futuro esteso agli scooter».

Il passaggio da una fase di riconoscimento manuale delle parti al ricorso all’Rfid è stato, dunque, breve, senza quasi passare per i bar code. «I passaggi tra i vari magazzini di cui disponiamo – prosegue Marrone – avvengono in modo completamente automatizzato e in tempi inferiori rispetto al passato. Un vantaggio ulteriore è rappresentato dal fatto che le operazioni possono essere seguite a monitor in tempo reale». E se, per ora, non tutta la supply chain di Honda Italia contempla l’Rfid, il progetto prevede ampliamenti continui per ottenere un maggiore controllo dei processi di assemblaggio e anche i fornitori si dovranno adeguare, integrando tag nei contenitori di spedizione.

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