Sun sta pensando di modificare la formulazione di alcune licenze di utilizzo del linguaggio Java in modo da offrire ai licenziatari una parziale tutela contro le responsabilità legali nella questione sorta in merito all’ambiente Linux. la società intanto lavora all’integrazione tra N1 e Oracle Oracl
11 settembre 2003 Sun sta pensando di modificare la formulazione di alcune licenze di utilizzo del linguaggio Java in modo da offrire ai licenziatari una parziale tutela contro le responsabilità legali nella questione sorta in merito all’ambiente Linux. Diversi mesi orsono Sco ha dichiarato che una parte del codice Linux violerebbe i diritti di proprietà intellettuale Unix, il sistema operativo creato più di 20 anni fa da At&t e successivamente passato nelle mani di Novell e, successivamente, di Sco. Un rappresentante Sun ha spiegato che se la modifica verrà effettivamente applicata, potrebbe rendere gli utenti Java immuni da eventuali rivalse da parte di Sco, anche se secondo alcune interpretazioni la cosa riguarderebbe solo la piattaforma Java 2 Micro Edition. La versione di Java funziona sui telefonini cellulari i palmari e i sistemi embedded, tutti dispositivi per i quali Sco cerca di imporre l’acquisto di licenze Linux (anche se il costo di queste licenze è molto più basso rispetto a quello applicato alle licenze desktop). Nel corso degli anni, Sun sostiene di aver sborsato milioni di dollari ai proprietari del sistema Unix per evitare che simili responsabilità ricadano sugli utenti Solaris, ma ha avvertito che la protezione non può estendersi a chi utilizza i server Sun Microsystems configurati con Linux.Non sono da escludere però delle iniziative anche in questa direzione: Sun potrebbe sviluppare un clone di Linux, o versare ulteriori royalties a Sco.
Su un altro fronte, il Ceo di Sun Scott McNealy ha sfruttato la propria presenza alla conferenza OracleWorld per ribadire la solidità delle relazioni con Oracle nel quadro della piattaforma di clusterizzazione N1. McNealy ha sottolineato che l’impegno non verrà certamente meno ora che Sun ha iniziato a vendere server di fascia più bassa.Se le aziende preferiscono optare per gli economici blade server per realizzare le “griglie” dell’informatica distribuita, Sun è pronta a cogliere l’opportunità. “Le componenti in sé – ha detto McNealy, mostrando una immagine di un sistema Dell accanto a un Sun v65 (un risparmio di 40 dollari sul server Dell) – possono anche costare poco, ma per avere un sistema ragionevole devono far parte di un pacchetto molto impegnativo”. Il prossimo obiettivo è integrare il nuovo Oracle Enterprise Manager 10G nella tecnologia Sun N1, la piattaforma per la creazione di reti eterogenee facili da gestire e a basso costo. Il lavoro dovrebbe essere ultimato nell’arco di 12-18 mesi e dovrebbe consentire la massima trasparenza tra i due ambienti, in modo, ha spiegato McNealy, che quando un “Real Application Cluster” di Oracle avrà bisogno di capacità di calcolo aggiuntiva possa disporne all’istante, senza che gli amministratore debbano assegnarla manualmente. “I data center oggi sono tutti diversi tra loro, come le impronte digitali. Non riescono neppure a interoperare. Se vi piace, potete acquistare componenti diverse, ma noi di Sun e Oracle stiamo investendo un sacco di soldi affinché non dobbiate farlo in futuro,” ha concluso McNealy.