Per vincere percezione che Java sia dedicato soprattutto agli sviluppatori high-end e che sia troppo complesso, il suo ideatore sta mettendo a punto strumenti atti a facilitare lo sviluppo di applicazioni complesse.
22 maggio 2003 Sun Microsystems sta cercando di guadagnare ancora spazio nell’ambito del software Java. Durante una teleconferenza, un executive di Sun Java ha mostrato un piano per fornire strumenti di sviluppo più semplici dedicati a permettere, a un’intera nuova classe di sviluppatori Java, di costruire applicazioni Java complesse. Si tratta di un’altra storia simile a quella di vendor come Bea Systems, Ibm WebSphere e la divisione Rational, e Borland, che ha già lavorato sulla realizzazione di un J2Ee più “digeribile” da parte degli sviluppatori che non hanno particolari skill nell’ambiente Java. Un portavoce di Sun ha affermato che c’è una percezione da parte dell’industria, che Java sia dedicato soprattutto agli sviluppatori high-end e che sia troppo complesso.
Sun ha creato la piattaforma Java ed è responsabile dei suoi futuri sviluppi attraverso la Java Community Process (Jcp). Bea e Ibm hanno dominato il market share negli application Java server per diversi anni e continuano a fornire il software principale sul quale i solution provider costruiscono le applicazioni Java enterprise. Ibm guida anche il market share dei portali basati su J2Ee e del software di integrazione. Lo scorso anno, Sun ha offerto il proprio application server Java, rinominando il prodotto iPlanet sotto la sua linea di prodotti Sun One. Sun ha riscritto il software iPlanet, basato sul linguaggio di sviluppo C, secondo l’implementazione di riferimento J2Ee.
La piattaforma Java si è manifestata in tre specifiche standard per assicurare la compatibilità Java in tre aree di sviluppo: sul piano desktop, con Java 2 Standard Edition (J2Se); per le applicazioni enterprise, con J2Ee; e per i dispositivi mobile con Java 2 Micro Edition (J2Me). Il Jcp guida le evoluzioni di questi standard.
