SuSe delinea le strategie per l’Italia, tra Pmi ed enterprise

A colloquio con Robert Loos, country manager di SuSe Linux Italia. Molti i temi sul tavolo: dall’open source nei bandi di gara ai nuovi rilasci fino alle azioni commerciali verso le piccole e medie imprese.

L’argomento è troppo caldo per passare sotto silenzio. E dunque è
inevitabile che, incontrando Robert Loos, country manager di SuSe Linux Italia,
il discorso cada sulle recenti iniziative parlamentari volte a promuovere l’open
source anche nei bandi di gara pubblici. La sua risposta è decisamente
pragmatica:

«Credo
che per chiarire il mio punto di vista, sia sufficiente un paragone. Se
un’azienda indice una gara per l’acquisto di camion, non può e non deve
specificare che i camion devono essere di una determinata marca, Fiat, ad
esempio. Non capisco dunque perché nei bandi di gara per forniture informatiche
sia possibile indicare che ciò che si intende acquistare sono ad esempio server
Nt. È già una scelta molto precisa, troppo per una gara pubblica. Per noi
sarebbe sufficiente che fossero indicate alcune specifiche o le compatibilità,
lasciando la possibilità di partecipare anche ad aziende come la nostra».


Ma la situazione è generalizzata o riguarda solo l’Italia?
«Posso
dire che in Germania si è sbloccata. Basti pensare che il Bundestag (il
Parlamento tedesco ndr) ha recentemente deciso di utilizzare SuSe Linux su 150
server. I client, poi, sono Windows. Come si vede esiste una perfetta convivenza
delle due piattaforme».


Già che siamo sull’attualità, finiamo per parlare anche
del recente accordo stretto Ibm Global Services, di cui chiediamo qualche
delucidazione.


«In
realtà si tratta dell’ampliamento di un accordo già esistente. In questo caso,
Ibm Global Services offrirà supporto e servizi chiavi in mano per SuSe Linux
Enterprise Server, avvalendosi della collaborazione dei tecnici di SuSe. Si
tratta dunque di un’intesa che ha come target di riferimento i large account,
gli enterprise customer anche internazionali, sui quali andiamo e sempre più
spesso andremo ad operare con team misti. Naturalmente, per noi è importante non
solo il supporto che riceveremo da Ibm Global Services, ma anche il leverage che
saranno in grado di fare su determinati clienti».


E attuale – come non potrebbe esserlo? – è anche il
lancio della versione 8 di SuSe Linux, di cui abbiamo già avuto modo di parlare
su questo portale. Concomitante, però, è anche il rilascio della versione 8 del
concorrente Mandrake. La domanda, anche in questo caso, è inevitabile. Entrambe
le distribuzioni enfatizzano oggi la multimedialità, molti sono i punti in
comune. Ma dove sta allora la “competition”?


«Entrambe
le distribuzioni sono molto attente alla qualità. Sono diversi i target.
Mandrake punta a un’utenza più consumer di quanto non facciamo noi, che invece
guardiamo con molto interesse alle aziende, con un focus specifico sulle piccole
e medie».


Questo focus comporta anche qualche scelta specifica in
termini di strategia distributiva?


«Francamente
si. In questo momento siamo riusciti a ottimizzare la distribuzione sul canale
retail, e il fatto di raggiungere attraverso i nostri distributori, quali ad
esempio Italsel, catene come Cdc o Strabilia ci ha aperto un mercato molto
interessante rappresentato dall’utente evoluto, il professionista che guarda con
interesse al mondo Linux. Ora vorremmo aggiungere anche un distributore
broadline, che sappia lavorare con i dealer che seguono le piccole e medie
imprese, che ci assicuri un flusso logistico ottimale e sul quale sia possibile
convogliare magari anche i nostri partner (al momento 25 ma in prospettiva una
cinquantina ndr), fermo restante il direct accounting che non verrà mai
meno»
.

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