L’anticipazione era arrivata poco più di un mese fa.
Nel suo percorso di riorganizzazione e razionalizzazione delle attività, Symantec ha raggiunto un accordo per la cessione di Veritas, la sua unit dedicata al mondo del data storage, a un gruppo guidato da Carlyle per 8 miliardi di dollari, una cifra che, come fanno notare in queste ore le agenzie americane, dovrebbe consentirle di tornare a competere con gli altri player del mondo della security.
La cessione viene vista di buon occhio dagli analisti, convinti che per Symantec l’unica strada possibile sia quella della rifocalizzazione: per quasi dieci anni Veritas ha rappresentato una sorta di corpo estraneo, che ha impedito alla società di concentrarsi su quello che in fondo era il suo vero Dna.
Interessante sarà capire che cosa succederà ora.
Secondo alcuni osservatori, la strada della ripresa potrebbe passare da alcune acquisizioni, anche se non sembra che al momento vi siano molte realtà alla portata di Symantec. Né sembra, sostengono altri, che l’azienda abbia qualche chance di ricollocamento nell’area della network security. Più probabile un allargamento delle attività e delle competenze al mondo della security analytics.
Quanto a Veritas, ecco cosa ci ha raccontato poche settimane fa Massimiliano Ferrini, Head of Sales for Italy della unit: “Il percorso disegnato dal Ceo di Symantec è chiaro: una volta completata la vendita, saremo due realtà separate, ciascuna con il suo focus specifico. Come Veritas noi operiamo sull’information availability, sul backup e recovery, sull’information governance, vale a dire archiviazione, insight e discovery”.
Sono aree nelle quali, a suo avviso, ci sono opportunità di crescita anche in Italia, in ambiti quali dematerializzazione o fatturazione elettronica.
In un momento nel quale il dato ha un ruolo centrale, Veritas si propone come interlocutore per un Cio che cerca una nuova qualificazione, “pronto a uscire dal datacenter per rendere disponibili alle Line of Business i processi di analisi del dato”.
Veritas porta al mercato soluzioni cloud ready, integrabili in Google, Azure, Aws. Soluzioni che necessitano e sempre più necessiteranno del supporto di una rete di partner qualificati.
“Quando parliamo di information governance – spiega Verrini – non parliamo di backup. Parliamo di soluzioni a valore e di progetti nei quali i nostri partner lavorano alla gestione dei clienti e dei loro dati. Per questo, una volta completato il percorso di transizione, avremo un programma di canale specifico nel quale il focus sarà sulle capacità tecniche dei nostri partner, con percorsi di qualificazione e di formazione specifici”.
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