Due sole versioni e un modello di licensing semplificato per le soluzioni Microsoft per il cloud privato e ibrido. Importante il ruolo dei partner. Lo sottolinea Pier Paolo Boccadamo.
Disponibile ora anche per il mercato italiano, System Center 2012 riunisce in una sola soluzione otto prodotti che finora venivano portati sul mercato in modo separato: App
Controller, Orchestrator, Virtual Machine Manager, Configuration Manager, Service Manager, Operations Manager, Data Protection Manager e EndPoint Protection.
Il lavoro di integrazione condotto a monte dalla stessa Microsoft si traduce in una riduzione dei tempi necessari all’installazione e alla messa in esercizio, che passano da ordini di grandezza di giorni a poche ore.
C’è dunque una forte ricerca di semplificazione in questo nuovo approccio di Microsoft al cloud, privato o ibrido che sia, che si traduce anche in una estrema linearità anche nel go to market e nel licensing.
Due versioni: Standard e Data Center
Il prodotto si presenta infatti in due sole versioni, Standard e Data Center, che si differenziano per il numero di macchine virtuali gestite: due nella versione standard, illimitate nella versione data center.
«Questo consente – spiega Pier Paolo Boccadamo, Private Cloud Lead in Microsoft – di far crescere i private cloud, senza imporre alle aziende di sostenere costi aggiuntivi di licenze per applicazioni e infrastruttura».
L’approccio è estremamente importante anche per la rete di partner, System integrator e service provider, strategici nel portare al mercato le soluzioni cloud di Microsot.
«Non si ragiona più in termini di memoria, istanze o core: la scelta è semplice fin dall’inizio e, se ben guidata dal partner, può consentire al cliente finale risparmi significativi sui suoi investimenti».
I partner sono elemento fondante e strategico nel go to market di Microsoft anche verso il cloud, che, lungi dal far coincidere la migrazione verso la nuvola con la disintermediazione, ha bisogno di terze parti, e di attori nuovi.
«Hoster, service provider, Isv, fornitori di soluzioni, sono tutti soggetti abilitanti l’evoluzione verso il cloud delle imprese. Tanto che il mercato poggia già sulla coesistenza di due figure professionali: il fornitore di servizi, che fa pooling di risorse, assume su di sé responsabilità di delega e controllo, lavora sull’efficienza dell’infrastruttura e dei costi e il consumatore di servizi, al quale è demandato l’epowerment e che deve avere nelle sue priorità l’efficienza e il controllo applicativo, insieme all’agilità e alla semplicità».