I dati Sirmi relativi al secondo trimestre dell’anno e le previsioni sull’intero 2013 non soo incoraggianti. Tuttavia qualche elemento positivo c’è.
Meno dell’anno precedente, ma pur sempre in calo.
È la sintesi estrema dei dati presentati in queste ore da Sirmi e relativi al mercato Ict italiano nel secondo trimestre dell’anno.
Complessivamente il comparto vale 13,9 miliardi di euro (-2,5 per cento), con le Tlc che se ne aggiudicano oltre 9 miliardi e i restanti in mano all’It.
Entrambi i versanti chiudono il trimestre con un segno negativo e, a ben guardare, l’unico indicatore in crescita è quello del software, che con 1,073 miliardi di euro registra un +0,3% anno su anno.
La componente hardware pesa 1,67 miliardi, in calo del 4 per cento, mentre i servizi di sviluppo superano i 916 milioni di euro, con un -3,4% rispetto al pari periodo dell’anno precedente.
È leggermente più contenuto (-2,5 per cento) il regresso dei servizi di gestione, che si attestano al di sopra di 1,2 miliardi di euro.
Sul fronte delle Tlc, le reti fisse valgono 3,8 miliardi, in calo del 2,8 per cento, mentre quelle mobili, con i loro 5,1 miliardi, sono comunque in regresso del 2,2 per cento sull’anno precedente.
Con questo scenario di patenza, non c’è da essere ottimisti sui prossimi mesi.
E infatti, per quanto attiene alle stime sull’intero anno, Sirmi parla di una chiusura ancora di segno negativo, con la sola consolazione che il -2,1 per cento in meno del 2013 sarà comunque più contenuto rispetto al -3,5 per cento del 2012.
Per l’hardware si preconizza una chiusura d’anno a 6,7 miliardi, con un -3,7 per cento anno su anno: in questo caso sono da ringraziare i tablet, che riescono ad arginare l’emorragia del pc tradizionale.
Risulta flat il software, he con 4,026 miliardi semplicemente cresce dello 0,1 per cento, calreanno rispettivamente del 3,4 e del 2,4 per cento i servizi di sviluppo e di gestione.
Complessivamente l’It si fermerà a 19,226 miliardi di euro, in calo del 2,4 per cento rispetto al 2012.
Quanto alle Tlc, calano ancora sia le fisse sia le mobili: queste ultime si attesteranno a 20,6 miliardi di euro, in calo dell’1,4 per cento, mentre le fisse, ferme a 15,1 miliardi, mostreranno un regresso del 2,7 per cento.
L’intero comparto Ict italiano, in buona sintesi, si fermerà a 55,069 miliardi di euro, con un regresso del 2,1 per cento rispetto ai 56,261 miliardi di fine 2012.
Tutto negativo dunque?
Secondo Sirmi ”ni”.
È vero che i numeri non lasciano molte speranze, tuttavia, all’interno dei singoli comparti vi sono segmenti in crescita.
Dei tablet abbiamo già fatto cenno, mentre nell’ambito dei servizi di gestione, il cloud quest’anno potrebbe valere 835 milioni di euro, in crescita del 18,2 per cento anno su anno.
È uno scenario in cambiamento, sottolinea la società di ricerca, nel quale l’innovazione si concretizza in progetti di piccolo cabotaggio, facilmente implementabili e in grado di migliorare le attività aziendali.
Questo approccio impone anche agli operatori del settore la ridefinizione dei loro modelli di business, così da cercare un nuovo bilanciamento tra domanda e offerta.