I system integrator Techlit e SCM hanno da poco unito le forze, confluendo in una newco ed entrando a far parte di Project Informatica.
Un’operazione che ha dato alla luce un nuovo player di riferimento fra i system integrator italiani, e per questo abbiamo voluto parlare con i diretti interessati, che hanno condiviso con noi strategie, filosofie aziendali e visione sul futuro.
I nostri interlocutori sono i tre nuovi amministratori delegati della newco: Luca Fabiano. già Co-Founder e Amministratore Techlit), Tiziana Foiadelli e Carlo Radaelli , entrambi A.D. di S.C.M.
I manager ci hanno confidato che la scelta di unire le società non è frutto di un’esigenza estemporanea. Piuttosto, si tratta di una strategia davvero molto felice, che ha sommato i punti di forza e le competenze complementari dei due system integrato.
Scalare verso l’alto in termini di dimensione, del resto, è fondamentale per affrontare un mercato di complessità crescente.
I clienti sono nel pieno della trasformazione digitale, a cui si sommano le enormi difficoltà ed incognite che la pandemia ha portato con sè. Per affrontare sfide inedite, pensare di poter far conto sulle sole proprie forze sarebbe poco saggio.
Inoltre, le ambizioni della newco sono evidenti. Per affrontare clienti di scala large enterprise, le cui esigenze sono sempre altissime, c’era bisogno di maggior “potenza di fuoco”. Maggiori competenze, un portfolio di vendor ampio sono punti chiave di ogni trattativa.
Conoscere il cliente e metterlo al centro: la chiave per i system integrator
Come ci hanno ricordato i tre neo AD, la relazione con il cliente si rivela spesso centrale nella creazione di valore. Un fattore sempre valido, dalle Pmi alle large enterprise. Essere percepiti come realtà solida e competente è quindi determinante. Almeno quanto lo è disporre di soluzioni adeguate e delle migliori competenze tecniche.
Tutte doti che appartengono appieno a Techlit e S.C.M. , nessun dubbio in merito. La profonda conoscenza delle esigenze dei clienti ci ha colpito fin dall’inizio dell’intervista. A Fabiano, Foiadelli e Radaelli è ben presente il concetto di customer centric, da ogni angolatura lo si voglia affrontare.
Le qualità chiave per un system integrator: competenze, tecnologie e formazione per aumentare il valore del business
Se fino ad alcuni anni fa un system integrator si sarebbe potuto limitare ad installare software o hardware, oggi la situazione è profondamente mutata. La newco si pone nei confronti dei propri clienti (e prospect) come un vero e proprio partner. Un fedele alleato, le cui fortune sono legate al buon andamento del proprio cliente.
Non più solo un fornitore, per quanto di assoluto valore. Molto di più: un consulente, uno stratega, e il punto di riferimento del nuovo mondi digitale delle organizzazioni.
La formazione delle risorse in seno alle aziende è fondamentale, e lo stesso Fabiano ha voluto tornare su questo argomento che è per la newco una condizione essenziale. Anche le soluzioni best in class hanno una curva di apprendimento. Il system integrator ha il dovere morale di accompagnare il proprio cliente-partner nel percorso formativo.
Fidelizzare un’organizzazione è quindi un impegno a 360 gradi, che parte dalla consulenza e dalla profonda conoscenza dell’infrastruttura IT preesistente. Ne è ben consapevole Redaelli, che infatti ha rimarcato l’importanza di un’attenta fase conoscitiva e progettuale. Ancor prima che si possa anche solo pensare ad una proposta tecnologica. La rimozione dei silo, spesso costruiti in molti anni di implementazioni spot e senza strategia, è alla base del successo. Un percorso quindi articolato, in cui un cliente non può che sentirsi importante e (sopratutto) nelle migliori mani possibili.
L’approccio agnostico ai vendor: libertà d’azione al servizio del cliente
Essere legati a doppio filo a un ristretto gruppo di vendor è una gabbia dorata: Tiiana Fiadelli ha mlostrato, anche in questo caso, grande buon senso e piena consapevolezza del problema. Anche per questo, le dimensioni della newco permettono al system integrator di avere ampio spazio di manovra. Il vantaggio per la realtà cliente è evidente. Si potrà contare sulla soluzione più idonea alla propria specifica situazione, senza scendere a compromessi.
Progettare e valutare, le basi di un progetto di trasformazione digitale di successo
Luca Fabiano ha usato, per il 2021, un’espressione molto fortunata: “l’anno della consapevolezza”. Usciti da un lungo periodo di emergenza da ogni punto di vista, per le organizzazioni è tempo di fermarsi e ragionare. Scelte tecnologiche dettate da urgenze impreviste e imprevedibili erano accettabili durante il primo lockdown.
Ora si tratta di definire nel dettaglio esigenze e obbiettivi della trasformazione digitale. Ed è proprio questo il primo vero banco di prova di un system integrator. La capacità di capire nel profondo le necessità di un’azienda è alla base di ogni progetto di successo.
Lo sanno molto bene i manager, che nella nostra intervista si sono soffermati più volte su questo tema. Hanno ragione da vendere: fallire nella progettazione di una trasformazione digitale è un peccato capitale. Un errore peraltro difficile da correggere, in virtù di budget non sempre elevati.
La complementarietà di Techlit e S.C.M. al servizio delle organizzazioni
Le differenze fra i due system integrator sono la grande forza della newco. Due realtà davvero complementari, con un patrimonio inestimabile di competenze. expertise e realtà servite. Perfino la dimensione dei clienti è complementare: S.C.M. con focus più rivolto ai large enterprise, Techlit ha nelle aziende di media/grande dimensione il proprio habitat.
Con il prezioso supporto di Project Informatica, a sua volta complementare ai due system integrator. La creazione di valore e competenze è senza dubbio un obbiettivo immediatamente perseguibile.
Luca Fabiano, Tiziana Foiadelli e Carlo Radaelli ci hanno convinto appieno. Hanno dimostrato con evidenza di avere tutte le qualità necessarie per condurre in porto un progetto ambizioso.
La newco saprà affrontare i problemi dei clienti, supportandoli nella ripresa e nella digitalizzazione dei processi. Saprà formare le risorse delle aziende, permettendo loro di trarre il massimo profitto dalle soluzioni implementate.
Infine, particolare tutt’altro che irrilevante, il system integrator sarà al fianco delle organizzazioni per tutto il tempo necessario, garantendo assistenza e crescita alle infrastrutture IT. Davvero difficile chiedere di più. Nasce una nuova realtà, anch’essa simbolo dell’Italia che riparte e guarda al futuro con ottimismo.