Le aziende telco, sottolinea la società di servizi It F5, affrontano una profonda trasformazione, tra sovranità dei dati, networking multi-cloud, nuovi servizi e tecnologie.
Il 5G e le nuove tecnologie, i cambiamenti nelle abitudini a seguito della pandemia di Covid-19, le normative stringenti e le nuove regolamentazioni varate da vari governi stanno cambiando profondamente e con una rapidità mai vista prima il settore delle telecomunicazioni.
In un contesto così dinamico e complesso, è sicuramente sempre più difficile cogliere la direzione che il mercato prenderà nei prossimi mesi.
Alix Leconte, VP for Service Providers (EMEA) di F5, ha identificato alcune tendenze generali da monitorare con particolare attenzione per comprenderne la profonda evoluzione del settore.
Questi sono i trend evidenziati da Alix Leconte di F5:
- La sovranità dei dati è al centro della scena
- L’importanza di far funzionare la rete multi-cloud
- L’affermarsi dei servizi finanziari mobile
- L’importanza del controllo delle funzioni di rete cloud-native
- Le telco nel cloud pubblico: procedere con cautela
La trasformazione delle telco, secondo Alix Leconte di F5
La sovranità dei dati è al centro della scena
Negli ultimi mesi, l’Europa ha concentrato i propri sforzi sul fronte della sovranità dei dati; un impegno che dal punto di vista delle telco è in grado di generare anche una serie di nuove opportunità.
Mentre il Vecchio Continente cerca di riprendere il controllo del proprio destino digitale, i politici si affidano alle società di telecomunicazioni per sviluppare servizi e infrastrutture affidabili che riducano la dipendenza dagli hyperscaler.
In Francia, Orange ha lavorato insieme a Capgemini per creare Bleu, una nuova società che fornirà soluzioni “Cloud de Confiance” certificate per soddisfare i requisiti di privacy, sicurezza e resilienza dello stato francese.
In Italia, Telecom Italia è in gara per un contratto per la costruzione di un hub cloud nazionale da 900 milioni di euro per aggiornare le strutture di archiviazione dati e sarà proprio la cordata di Tim-Cdp equity-Leonardo-Sogei a guidare il primo round della gara, per la realizzazione del Polo Strategico Nazionale (Psn): un’infrastruttura per la gestione in cloud di dati e applicazioni della Pubblica Amministrazione che si inserisce nell’ambito del piano complessivo di accelerazione della trasformazione digitale a garanzia della sicurezza e del controllo nazionale dei dati.
Questi due esempi rappresentano solo la punta dell’iceberg. L’interesse per il tema della sovranità dei dati, infatti, oltrepassa anche i confini europei ed è di portata mondiale.
Pur riconoscendo la necessità di lavorare con gli hyperscaler con sede negli Stati Uniti, infatti, molti governi stanno iniziando a esigere un controllo maggiore rispetto a come vengono protetti e gestiti i dati, in particolare in settori chiave come l’assistenza sanitaria e i servizi pubblici.
Globalmente, quindi, i dati stanno rapidamente diventando un bene sovrano che deve essere protetto con attenzione, e per qualsiasi società di telecomunicazioni rappresentano anche un’opportunità per distinguersi e creare valore.
Far funzionare la rete multi-cloud
Il passaggio logico successivo che attende l’It aziendale delle telco è il networking multi-cloud. È ormai evidente su scala globale una domanda crescente di tecnologie cloud-native in grado di migliorare l’agilità, l’efficienza e la scalabilità. Allo stesso tempo, vediamo evolversi lo scenario delle app, ridisegnate in chiave moderna e divise in microservizi distribuiti in ambienti diversi.
In tale contesto, l’implementazione diventa ancora più fondamentale: per connettere le applicazioni in ambienti diversi, infatti, è necessario molto di più della semplice rete. Servono funzionalità di sicurezza e di bilanciamento del carico, riviste in chiave moderna, per garantire che le applicazioni siano sempre disponibili e protette. Per questo, Leconte ritiene che le società di telecomunicazioni e i loro clienti aziendali attribuiranno un valore aggiunto sempre maggiore alle soluzioni che sono in grado di ridurre la complessità multi-cloud.
L’affermarsi dei servizi finanziari mobile
Già tra i principali player nell’ambito dei trasferimenti di denaro, le telco oggi puntano anche su servizi finanziari come il microcredito, le assicurazioni e la gestione dei risparmi.
Alcune società di telecomunicazioni, ad esempio, raccolgono i dati per determinare i punteggi di credito dei clienti e offrire loro prestiti personalizzati con un rischio minimo. Nel frattempo, il fiorente ecosistema di scambio di denaro tramite tecnologie mobile sta consentendo a centinaia di milioni di persone precedentemente estranee alle dinamiche bancarie di accedere per la prima volta a prodotti finanziari.
L’espansione del settore dei servizi finanziari digitali lo renderà un obiettivo sempre più interessante e palese anche per i criminali informatici e per le aziende di telecomunicazioni comporterà di conseguenza la necessità di migliorare notevolmente la propria posizione in termini di sicurezza, comprendendo in particolare la protezione avanzata dagli attacchi DDoS, dal credential stuffing e altre minacce emergenti.
Tenere sotto controllo le funzioni di rete cloud-native
Per potersi avvalere di una scalabilità sempre maggiore, le società di telecomunicazioni stanno adottando progressivamente tecnologie cloud-native nelle loro reti.
L’esempio più importante è la rete core mobile tradizionale che si è trasformata da una rete basata su funzioni eseguite su hardware appositamente progettati a una infrastruttura distribuita su un insieme di funzioni di rete prima virtualizzate (VNF) e poi cloud-native (CNF) con funzioni di piano di controllo e piano dati separati e distribuiti.
Nell’evoluzione verso le reti 5G standalone, le telco dovranno interconnettere le VNF e le CNF distribuite in ambienti e luoghi diversi, con un aumento conseguente della potenziale superficie di attacco.
Sfortunatamente, le società di telecomunicazioni sono ancora alla ricerca della soluzione migliore per rendere le proprie CNF e l’infrastruttura nel suo insieme completamente sicure, automatizzate e controllabili. In questo contesto, la semplicità operativa rappresenta un aspetto fondamentale.
Le telco nel cloud pubblico: procedere con cautela
Per le telco la parola d’ordine del 2022 sarà ancora “cloud-native” (come accaduto già nel 2021), e in tutto il mondo le aziende del settore continueranno a discutere su quali siano i workload da spostare nel cloud pubblico, a partire dalle applicazioni (carichi di lavoro It), fino alle funzioni di rete per casi d’uso specifici.
Tuttavia, il supporto per le funzioni di rete core che richiedono memorizzazione di stato ed elevata scalabilità, sia in termini di numero di subscriber che in termini di traffico, potrebbe rivelarsi più impegnativo del previsto e presentare ostacoli dal punto di vista economico.
Infatti, anche se i costi di implementazione per alcuni casi d’uso specifici continueranno a diminuire, rimarrà aperto un punto fondamentale nel 2022, ovvero come gestire e proteggere il flusso dei dati sensibili.
In conclusione, Alix Leconte di F5 ritiene che in particolare l’impegno nell’ambito della sovranità dei dati imporrà sicuramente alle telco un utilizzo maggiormente responsabile del cloud pubblico, dato che i governi richiederanno sempre più che i dataset sensibili rimangano all’interno del Paese di appartenenza e sotto uno stretto controllo locale (con regole chiare su chi può accedervi o meno).
In definitiva, la transizione delle società di telecomunicazioni verso il cloud pubblico, che rappresenta uno dei trend più interessanti da monitorare, potrebbe risultare un processo piuttosto lungo e più complesso del previsto.