La ricerca di talenti in erba strutturata da Telecom Italia prosegue bene e si arricchisce di nuovi strumenti per premiare il merito.
Working Capital, il programma di esplorazione sviluppato da Telecom Italia, si caratterizza sempre più come una rete sociale integrata ed adattiva per la valorizzazione dei talenti italiani nelle tecnologie informatiche. Un tesoretto di infrastrutture e consulenze viene messo a disposizione di giovanissimi team di progetto che si mostrino affidabili nelle numerose possibilità di presentazione e dialogo con esperti dell’imprenditoria.
Visto nella sua interezza, il programma è una rete sociale perché ottiene l’obiettivo principale dei social network aziendali, ovvero mettere in contatto le voglie e i rami di vertice. E’ integrata perché non basa tutto sul pur ricchissimo apporto di tecnologie d’informatica e telecomunicazioni, ma si dipana attraverso una serie di eventi sul territorio e una rete d’incontri con professionisti del venture capital. E’ adattiva perché si modifica a seconda degli stimoli che riceve nel suo percorso, modificando forma e sostanza dell’intervento. La componente itinerante (roadshow e barcamp) sì è fermata a Firenze, nel quarto dei sei eventi programmati.
Nutrire il talento
“Il Working Capital non è un Venture Capital, perché non mette in palio denaro ma infrastrutture e consulenze e non si aspetta ritorni”, ha detto Franco Bernabé, AD di Telecom Italia e chiaro esempio dell’attenzione reale all’iniziativa, con la sua presenza in tutti gli eventi. “Noi cerchiamo talenti”, dei quali l’Italia è ricca, come mostrano gli altri relatori della giornata a partire da Salvatore Settis, Direttore della Normale di Pisa.
Proprio la gestione del talento mostra la capacità del Working Capital di adattarsi per meglio mappare la nuova geografia, “come se Copernico fosse solo un’acquisizione recente”, concluderà Luca De Biase (Sole 24 Ore – Nòva), moderatore della mattinata. “Attualmente ci stiamo impegnando molto per spiegare ai candidati i perché della mancata accettazione del loro progetto”, ha detto Gianluca Dettori, advisor dell’iniziativa Working Capital. “Nel 25% dei casi non son fatte bene neanche le 12 slide che chiediamo a presentazione, ma il problema maggiore è che lo staff presentato non è adatto”.
Delle 250 proposte disponibili ne è stata accettata una scarsa decina, con nomi e cognomi fatti dallo staff, in piena chiarezza.
Adattarsi all’ambiente
Recentemente si è evidenziato che per mantenere alcuni talenti è necessario investire in altri canali, uno dei quali è l’erogazione di borse di studio o il finanziamento di master. Alcune proposte raccolte erano presentate in modo inadeguato e senza staff, ma dentro alla brutta scatola c’era quel tocco di genio che andava aiutato. Telecom Italia ha stanziato risorse per supportare i migliori, com’è il caso d’un giovane la cui proposta aziendale era improponibile ma la cui genialità ha generato u.
Il progetto continua ad adattare gli strumenti al suo obiettivo.
Il tour di Working Capital è stato ampliato con la partecipazione ad altri eventi. I primi saranno il TesiCamp di Milano (9 ottobre), lo UxCamp di Firenze (17 ottobre) e il VeneziaCamp a fine mese, soprattutto per ascoltare e per fare scouting di talenti.
Per quanto riguarda gli eventi del tour, al centro dell’attenzione c’è la sinergia tra le interazioni online e in diretta. Già dal prossimo evento napoletano si cercherà di creare un legame tra il pubblico in sala e quello online, che per l’evento fiorentino ha generato parecchio traffico tra streaming, Twitter e Friendfeed. L’organizzazione eviterà comunque di generare aspettative difficili da soddisfare come la possibilità per tutti di avere risposta ad una domanda digitata online.