Voci di un possibile interesse, confermate con una nota alla Consob. Ma l’accordo è tutt’altro che semplice.
Se l’inizio della scorsa settimana si era aperto su voci, poi smentite, di una possibile offerta congiunta di Verizon e At&t sugli asset di Vodafone, la stessa si è chiusa con un’indiscrezione, confermata poi dagli stessi interessati: Telecom starebbe valutando l’opportunità di rilevare 3Italia, o per essere più precisi le attività italiane di Hutchinson Wampoa.
La conferma sarebbe arrivata con una nota alla Consob, nella quale si precisa per altro che i contatti sarebbero ancora in fase ”preliminare e embrionale” e nascerebbero da un’altra evidenza, e cioè che 3 Italia è in vendita e avrebbe aperto colloqui con tutti gli operatori presenti sul nostro mercato.
Per sapere se, in quale misura e con quale modalità Telecom Italia potrebbe muoversi su H3G sarà necessario attendere il prossimo 11 aprile, data in cui è convocato il prossimo consiglio di amministrazione.
Un ingresso in 3Italia sarebbe interessante per Telecom sia per il portafoglio clienti della società, attualmente pari al 10% del mercato, sia per il portafoglio frequenze, acquisite a suo tempo con un investimento di 2,5 miliardi di euro, sia ancora per l’installato di antenne, che potrebbe tornare particolarmente utile nel quadro dello sviluppo della rete Lte.
Tuttavia l’operazione non sarebbe semplice dal punto di vista finanziario e fiscale: per trasferire a Telecom Italia il 25% del capitale di 3Italia, Hutchinson Whampoa vorrebbe infatti 2,5 miliardi di euro, che corrisponderebbero a una valutazione 9 volte superiore a quello dell’ultimo Ebitda registrato, cifra considerata eccessiva soprattutto tenendo conto del fatto che questo operatore ha sempre chiuso i propri conti in rosso.
Non solo.
L’entità dell’investimento sarebbe tale da richiedere una autorizzazione governativa, impossibile da ottenersi in questa fase transitoria della politica nazionale.
Per non parlare poi del consenso degli azionisti.
Ce ne è abbastanza per dare l’accordo tutt’altro che raggiunto.