Ne avevamo scritto pochi giorni fa, in occasione dell’annuncio del progetto di riqualificazione di due edifici storici a Trieste, con l’obiettivo di creare un salotto tecnologico nel cuore della città giuliana: non si tratta solo di un investimento immobiliare.
Lo riscriviamo adesso, che la società ha inaugurato ufficialmente anche i suoi nuovi uffici a Milano, per la precisione a Segrate, all’interno di Segreen Business Park: l’investimento in nuove sede e uffici è per Teorema parte di un articolato piano di sviluppo.
Lo spiega Michele Balbi, presidente del Gruppo, presente all’inaugurazione insieme a Fabrizio Albergati, che si occupa di marketing e comunicazione e Robert Vrcon, CTO: “Il mercato sta cambiando e stiamo cambiando anche noi. Il gruppo, in attività da 18 anni ormai, conta su 120 collaboratori, tre sedi a Trieste, Milano e Padova. Quest’anno contiamo di chiudere con un fatturato di 8 milioni di euro, in crescita a doppia cifra e puntiamo a una crescita double digit anche per il prossimo anno”.
Per Teorema obiettivo quotazione in 36 mesi
Balbi parla dell’inserimento in organico di una trentina di collaboratori in più, di un portafoglio di soluzioni che ormai comprende sei prodotti a marchio Teorema e poi sfodera l’atout: “Con Unicredit siamo entrati nel progetto Più Valore, del quale fanno parte una cinquantina di aziende, tutte con un grande contenuto di innovazione”.
Un progetto ma soprattutto un percorso che dovrebbe portare la società verso la quotazione in Borsa, in un lasso di tempo previsto a 36 mesi.
“Il mercato IT italiano manca al momento di player che vogliano muoversi verso la Borsa e noi abbiamo deciso di accettare la sfida”.
I primi prodotti per le imprese
Nuovo è anche lo sviluppo di prodotti, per una società che, come spiega Albergati, è nata come azienda tecnologica, focalizzata sullo sviluppo di progetti.
Invece da qualche mese il portafoglio si è arricchito dei primi prodotti, come Active Directory Portal 2.0, per la gestione e l’automatizzazione dell’Active Directory, Read Point, programma per la gestione dei documenti a lettura obbligatoria, e Teorema Collaboration Portal, uno strumento per la realizzazione di una Intranet aziendale basato su Office 365 per il quale Teorema garantisce tempi di set up decisamente rapidi, nell’ordine di poche ore.
Le tecnologie di frontiera nel Teo Lab
È invece in linea con l’attitudine all’innovazione da sempre professata da Teorema l’apertura, in ciascuna delle tre sedi territoriali di un Teo Lab, laboratorio esperienziale nel quale i clienti e i partner della società possono toccare con mano le tecnologie di frontiera. Spiega Robert Vrcon: “Teo Lab è la massima espressione della tecnologia IT applicata al business. Teo Lab è un luogo, è un team di appassionati, è una mentalità, è un approccio per rendere semplice quello che è complesso. È un elemento di attrattività per i giovani talenti, perché le persone per essere attratte da una azienda devono trovare un ambiente che le stimoli. È un luogo dove realizzare soluzioni e prodotti”.
In Teo-Lab si trovano e si sperimentano display interattivi, interfacce naturali con Kinect, computer olografici, Hololens, mixed reality, IoT, big data, analytics, cognitive computing, machine learning, smart metering.
Non è tutto rose e fiori con le startup
Qualche criticità, invece, Balbi la manifesta apertamente quando parla di Tilt, il progetto di incubazione annunciato lo scorso mese di marzo. Un progetto in linea con l’attenzione che la società da sempre riserva la mondo della ricerca (“Abbiamo investito fino a un milione di euro l’anno in ricerca”, ricorda) ma che finora non sembra aver trovato i candidati giusti.
“Le due startup identificate nella fase iniziale si sono rivelate non compliant con la nostra visione e anche con la seconda call in agosto non abbiamo visto startupper interessanti. A dicembre faremo una terza call, con requisiti molto stringenti e speriamo che qualcosa prenda il via”.
In questo progetto Teorema è in partnership con GrowItUp, ha il sostegno di Unicredit, ma secondo Balbi c’è qualcosa che comunque non funziona nel sistema delle startup.
“Gli startupper si aspettano ritorni molto rapidi, molti sono convinti che basti un’idea, una app, una killer application. Ma con una sola applicazione non crei un’azienda. Il rischio è che si vendano idee, non un progetto imprenditoriale. Invece ci vuole di più. Ci vuole capacità di ascolto, padronanza della tecnologia, ci vuole la consapevolezza del fare impresa”.
Il nuovo bando, “IFChallenge ICT”, sarà pubblicato il 12 dicembre 2016 da Innovation Factory, e sarà aperto a realtà che operano in uno di questi settori: Realtà Virtuale/Augmented/Mixed Reality, Maker/Bots, IOT, Big Data e Business Intelligence, Machine Learning, Cognitive Services, Home / Building Automation, Digital Marketing, App.
IL bando si chiuderà il 31 gennaio 2017.