Idc registra impietosa la crisi del comparto, calato del 12%. Ma l’Italia è l’unico Paese che registra una crescita, valutata nell’ordine dell’11,5%
Secondo I dati appena rilasciati da Idc, nel terzo trimestre dell’esercizio in corso le vendite di personal computer nei mercati dell’Europa Occidentale sono calate del 12%, a causa della recessione economica che, a partire dagli Stati Uniti, si è poi allargata a tutto il Regno Unito. Quanto agli attacchi dell’11 settembre scorso, hanno esacerbato una situazione già di per sé critica, rendendo forse più dilatate le prospettive di crescita.
Nei primi mesi dell’anno le grandi aziende avevano dato nuova spinta a investimenti rimasti congelati nel corso del 2000, ma dopo poco si sono trovate a fare i conti con una recessione tale da far ammettere a Compaq un terzo trimestre debole e da spingere Gateway a uscire da questo specifico mercato.
Da parte sua, Idc ridisegna una classifica dei primi cinque player nella quale l’unica a non uscirne penalizzata è ancora una volta Dell.
Compaq si mantiene salda al primo posto, ma passa da una share del 15,5 al 14,5%, con un calo del 15,7% nelle vendite, dovuto sia alla crescente competizione, sia alle incertezze che ancora accompagnano la prevista fusione con Hp. Al secondo posto l’agguerrita rivale Dell, che passa dall’8,9 al 10,4% con una crescita del 6.6% in questo caso in gran parte attribuita alla politica di pricing attuata. Pesante la situazione per Fujitsu Siemens , che a causa della fortissima competition in atto sul suo mercato principale, la Germania, perde il 23% nelle vendite e passa da una share del 10% a una più modesta dell’8,5%. Hp passa da una quota del 7.9 a una share dell’8,5%, mentre Ibm perde complessivamente il 28,6% e passa dall’8.3 al 6,6%.
Quanto ai singoli mercati, l’analisi di Idc sottolinea come nel Regno Unito le vendite di pc siano calate del 15.5%, in seguito alla cancellazione di parecchi progetti It da parte delle grandi aziende. In Germania e Francia il calo è stato rispettivamente del 14 e del 18%, mentre l’Italia resta l’unico mercato a registrare una crescita, con un +11,5%.