La futuristica azienda di Elon Musk continua ad agitare le news, principalmente finanziarie, nel descrivere lo stato di avanzamento dei programmi presenti (self drive, Gigafactory) e futuri (solar, Semi), oltre che di alleanze e fusioni (SolarCity, MobilEye).
Il sito dell’azienda ha rilanciato il master plan di espansione aziendale, che comprende svariati punti di grande interesse.
Punto primo, espandere l’offerta della sua azienda verso autobus e camion, riducendo costi e insicurezze legate al settore con il lancio del modello Semi (2017).
Punto aggiuntivo, sviluppare le personal car come flotta in perenne movimento per servire il trasporto pubblico, un sistema che potrebbe portare fino alle strips della fantascienza di Asimov, come tratteggiate nella quadrilogia robotica.
I tettucci solari una chiave di svolta
Dopo dieci anni di vita, il 20 luglio Musk ha aggiornato il suo business master plan con la parte due. La parte più immediata, della quale tutti parlano, è certamente l’introduzione di tettucci solari su tutti i veicoli in produzione. Questa mossa non solo fornirebbe elettricità ai veicoli stessi, ma permetterebbe anche la produzione di energia con le auto ferme, comprendendo quindi l’energy storage e i relativi servizi. Si tratta dello sviluppo del punto 4 dell’originale piano di business, da sempre on-line sul sito, motivo per cui la fusione con la società cugina SolarCity è tutt’altro che una nuova trovata.
L’auto che si ripaga da sé
Un’attenzione particolarmente intrigante è rivolta al car sharing, che potrebbe diventare uno dei servizi della flotta Tesla. Proviamo ad immaginarne gli sviluppi per i proprietari di una Tesla Car. Sull’app di gestione il propretario segna gli orari nei quali non avrà bisogno dell’auto, che viene automaticamente messa a disposizione di chi ne abbia bisogno. Con un vantaggio rispetto ai classici veicoli: la funzione autopilot vi riporta l’auto a casa, e volendo la parcheggia in un posto vicino o conveniente. Se poi vi serve l’auto, nessun problema: sempre con la stessa app se ne noleggia una e la si aspetta sotto casa.
Insomma, le novità che ancora pochi mesi fa sembravano fantascientifiche e oggi non lo sono più sono già molte. Non sappiamo quanti ricordino Prometheus, l’idea di auto senza conducente lanciata dalla Commissione europea, lanciata nel lontano 1987 e conclusa nel 1994 dopo ben 750 mila euro di finanziamenti. Vederla realizzata altrove e a distanza di tanti anni fa certo riflettere.
La macchina che fa le macchine
I veicoli Tesla, oltre ad essere reali e commerciali, sono andati oltre le aspettative di Prometheus, il che non deve stupire. La parte forse più moderna del progetto non è nei veicoli bensì nell’infrastruttura, visto che comprende la macchina che fa le macchine, rendendo la fabbrica stessa un prodotto commerciabile, il che va forse oltre anche all’attuale livello della cosiddetta fabbrica 4.0 della quale tanto si parla.
I vari prototipi della fabbrica si susseguono in vista della versione 1.0, attesa, secondo il master plan, “probabilmente nel 2018”. A quel punto la stessa fabbrica, è lecito ipotizzare, verrà messa a catalogo.
In definitiva, i quattro punti del Tesla Masterlplan part deux -come lo intitola Musk- sono i seguenti:
- creare eccellenti tettucci solari integrati con energy storage;
- espandere la linea di prodotti a tutti i maggiori segmenti (inclusa però la stessa fabbrica);
- sviluppare un’autodrive 10 volte più sicura della guida manuale, grazie al fleet learning;
- monetizzare l’auto quando non la si usa.
Non resta che attendere i pochi mesi che ci separano dai prossimi passi. Ne varrà la pena.