Oggi centinaia di milioni di persone usano i social network come canali di comunicazione, condivisione e anche – soprattutto – informazione. L’abbondanza dei contenuti che transitano per Facebook, Twitter, Instagram e compagnia ha posto il problema di come conservarli, organizzarli e presentarli in maniera gradevole e utile. Nel flusso quotidiano i tweet e i post dedicati a un certo evento hanno picchi di frequenza che li portano in buona evidenza, ma per poco: dopo qualche ora recuperarli diventa difficile. Questi tweet e questi post però, tutti insieme, raccontano una storia per come è stata vissuta in tempo reale e da diversi punti di vista, hanno quindi un valore che spesso supera quello dei racconti dei media tradizionali – i quali infatti hanno preso l’abitudine di raccontare indirettamente gli eventi usando i tweet di chi li ha vissuti, che però raramente viene ricordato – e recuperare la loro narrazione, formalizzandola, sarebbe molto importante e utile.
Tutto questo rientra nella cosiddetta “social media curation”, un tema di interesse crescente man mano che la comunicazione si sposta dai media tradizionali a quelli del web di stampo contemporaneo. Lo strumento che, tra quelli gratuiti e aperti a chiunque, oggi sembra riuscire meglio nell’aiutare chi cerca di trasformare il traffico di post e tweet in vere e proprie storie collettive è Storify, che funziona simultaneamente da aggregatore di contenuti, da organizzatore e da piattaforma di pubblicazione delle storie – dei veri e propri articoli multimediali – all’interno della sua community e in qualsiasi altro sito.
Iniziare in Storify
Il primo passo per usare Storify è iscriversi al sito: basta il proprio indirizzo di e-mail e volendo ci si può identificare anche attraverso un account di Facebook o Twitter. Completata la registrazione possiamo sfruttare tutti gli strumenti di Storify, ma prima conviene come sempre dare un’occhiata alle impostazioni del nostro profilo a cambiare i parametri standard quando necessario. La sezione dedicata alla gestione del profilo si raggiunge dal menu in alto a destra (nomeutente > Settings) ed è abbastanza semplice, i pannelli più importanti in questa fase sono Notifications, dove è meglio eliminare le notifiche meno utili, Connections, che permette di collegare all’account di Storify quelli che abbiamo su altri social network, e Editors, se abbiamo creato un account collettivo che prevede più di un autore.
Uno dei concetti chiave che Storify ha mutuato da altri social network è quello delle “subscription”. Ci si può “abbonare” (subscribe, appunto) alle storie di altri utenti e la logica è esattamente quella dei follower di Twitter: si cercano o si trovano per caso gli utenti che hanno qualche affinità con noi e ci si abbona a quello che raccontano, in modo che le loro nuove storie siano messe in evidenza nella homepage di Storify una volta che ci siamo identificati al sito. Per vedere le storie dei nostri contatti in ordine cronologico ci si porta nel proprio feed, selezionando la voce Subscriptions dal menu in alto a destra.
Storify è ricco di contributi interessanti – se non vi piace il concetto di social media ci sono anche molte testate giornalistiche tradizionali, ovviamente in prevalenza anglosassoni come la CNN , ma anche realtà come la Casa Bianca – e non è semplice da esplorare se non si hanno in mente obiettivi precisi. Un buon punto di partenza è sempre la homepage, dove il link Popular now porta alle storie pubblicate più di recente (Latest) e a quelle che stanno avendo maggior successo (Popular). In alto a destra il campo Search stories permette di effettuare una ricerca per parole chiave all’interno del sito, i risultati non mancano ma per avere quelli giusti è necessario usare termini mirati perché il motore di ricerca di Storify tiene conto di tutto. Quindi, ad esempio, cercando “luna” non troveremo solo storie riguardanti il nostro satellite, ma persino quelle in cui è stato inserito un tweet di un utente che ha come nome o nickname “luna”.
Per dare maggior rilevanza alle storie che ci sono piaciute possiamo premiarle in vari modi usando i pulsanti di condivisione che si trovano in alto a destra nel riquadro della storia stessa. Possiamo darle un voto positivo (un “like”), commentarla (i commenti sono in stile Facebook e appaiono immediatamente sotto la storia), condividerla attraverso altri social network oppure avere il codice per integrarla in una pagina web.
Come funziona una storia
Esaminando le storie di altri iscritti a Storify cominciamo a farci un’idea abbastanza chiara di come sono strutturate e di quello che potremo fare anche noi. La struttura di una storia è un’alternanza di testo scritto direttamente dall’autore e di elementi che provengono dalla rete: tweet di Twitter, post di Facebook, link a pagine web, video di YouTube, fotografie di Flickr e via dicendo. Il merito di Storify è quello di permettere – vedremo come – una facile integrazione di tutti questi elementi e anche di renderli graficamente omogenei, in modo che l’aspetto grafico di una storia sia allo stesso tempo gradevole, leggero e funzionale al suo scopo ultimo che è quello di trasmettere informazioni. Altro elemento importante: Storify si assicura che quando inseriamo in una nostra storia un elemento esterno, il suo autore sia chiaramente evidenziato (anche se siamo noi stessi, ad esempio se è un nostro tweet che stiamo integrando).
Il corpo della storia è sulla parte sinistra dello schermo e si sussegue dall’alto verso il basso, suddiviso in “pagine” che non sono vere pagine web ma blocchi di elementi che vengono caricati nella stessa pagina in cui ci troviamo. Se una storia ha più pagine, premendo il pulsante Read next page altri elementi vengono inseriti dopo quelli che abbiamo già letto. Nella parte destra dello schermo si trovano alcune indicazioni di servizio: il profilo dell’autore per come lo ha impostato, i dati relativi alle letture della storia, un elenco di storie correlate (di qualsiasi autore) e una lista delle altre storie composte dall’autore di quella che stiamo leggendo. A parte il profilo, queste indicazioni sono facoltative.
Primi passi di redazione
Ora che ci siamo impratichiti con il concetto e la struttura delle storie, è il momento di cominciare a crearne di nostre. Per farlo si clicca sul pulsante azzurro Create Story, che ci porta nell’ambiente di composizione delle storie. L’ambiente di lavoro è diviso nettamente in due parti, con a sinistra la zona di scrittura e a destra una “cassetta degli attrezzi” denominata Media tramite cui possiamo scandagliare i social network più importanti alla ricerca di elementi utili per la nostra storia. Per illustrare meglio Storify partiamo da un esempio pratico: la creazione di una storia legata al lancio dell’iPad mini.
L’elemento subito in evidenza nella sezione Media è il pannello Storypad, la cui funzione è legata al bookmarklet “Storify this” che viene proposto qualche centimetro più a destra, in un pannello specifico da cui possiamo trascinarlo sulla barra degli indirizzi di Safari. Quando ci troviamo su una pagina web che riteniamo in qualche modo interessante basta fare clic sul bookmarklet per trasferire nello Storypad un puntatore alla pagina stessa, formattato graficamente nello standard di Storify. Lo Storypad in sostanza è una sorta di contenitore in cui finiscono tutti gli elementi web che decidiamo di mettere da parte, un po’ come Elenco Lettura ma con la differenza che in questo caso vengono selezionati per una futura integrazione nelle storie.
In realtà Storypad è solo l’elemento in evidenza di tutta una sezione dedicata al materiale già presente in Storify. Accanto al suo link ce ne sono altri due che portano ai pannelli per effettuare ricerche in base al nome utente di Storify (pannello User) e per trovare una specifica storia (Story). Si tenga conto che non si tratta di strumenti per ricerche generiche alla cieca: nel caso dell’utente si deve usare il suo nickname preciso e nel caso delle storie ci vuole l’URL esatto (nomeutente/titolo-storia). In questo senso la logica è che sappiamo già con precisione cosa ci serve e i pannelli hanno la funzione di mettercelo a disposizione nella finestra di scrittura, perché i componenti possano essere trascinati direttamente nella nostra storia.
Le ricerche nei social network
Accanto alla sezione dedicata a Storify ce ne sono per default altre sette dedicate rispettivamente a Twitter (la fonte preferenziale di Storify), Facebook, YouTube, Flickr, Instagram, alla ricerca Google e all’inserimento di link specifici. L’elenco è modificabile cliccando, immediatamente più a destra, sull’icona con il segno più (+). Questa attiva una finestra in cui possiamo spostare le sorgenti di informazioni dalle Selected sources, ossia quelle mostrate nella finestra di composizione, alle Available sources, ossia altre fonti supportate da Storify ma non mostrate per default (qui Tumblr e i feed RSS sono quelle più rilevanti). Il funzionamento delle sezioni dedicate ai social network è sempre lo stesso, fatte salve le differenze legate alla natura delle varie reti sociali.
La prima funzione che ci viene messa a disposizione è un motore di ricerca per ciascuna fonte tra quelle elencate. Nella riga associata alla lente d’ingrandimento si inserisce una chiave di ricerca – nel nostro caso “iPad mini” – e si dà Invio: immediatamente sotto appariranno i contenuti che corrispondono alla chiave di ricerca. Per i cinque social network di default è prevista una ricerca generica con il link Search, solo Twitter prevede in più la possibilità di cercare unicamente tweet con immagini usando il link Images. Il pannello dedicato a Google permette invece di effettuare la ricerca per chiave genericamente nel web, in Google News o solo per immagini.
Nel caso di Twitter possiamo avere direttamente dall’interno di Storify una visione molto completa di ciò che si “cinguetta” nel social network. Inseriamo un nome utente nel pannello Timeline e vedremo appunto la sua timeline, mentre nel pannello User vedremo i tweet più recenti che ha composto e in quello Favorites i suoi tweet preferiti. In List possiamo visualizzare i contenuti di una lista, da digitare nel formato nomeutente/nomelista. In pratica si hanno tutti i mezzi per consultare Twitter senza portarsi sul sito ufficiale.
Per gli altri social network le funzioni non sono così evolute ma qualcosa comunque c’è. Possiamo consultare i commenti di una pagina Facebook, i preferiti e i video di un singolo utente YouTube e il photostream di un particolare utente Flickr. Anche in questi casi l’obiettivo, sostanzialmente raggiunto, è quello di mettere a disposizione direttamente nella schermata di composizione di una storia gli strumenti di base per trovare materiale senza uscire da Storify.
Tutti questi strumenti sono sufficienti per assemblare le nostre storie, ma teniamo presente che per farlo con comodità ci vuole anche una certa organizzazione preventiva e affidarsi alla sola ricerca bruta per parole chiave non è il sistema ideale. Meglio prepararsi su un certo argomento salvando materiale nello Storyboard e tenendo traccia degli account-fonti più interessanti, come anche non lasciar passare troppo tempo tra un evento e la creazione della storia che lo vuole tratteggiare: nel mare magnum dei social network può essere complicato recuperare tweet e post troppo datati.
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