Un consiglio di amministrazione straordinario di Tim oggi ha sollevato dall’incarico il Ceo Amos Genish.
Un comunicato di Tim riporta che “Il consiglio di amministrazione di Tim si è riunito oggi e ha deliberato a maggioranza di revocare con effetto immediato tutti i poteri conferiti al direttore Amos Genish, dando mandato al presidente di risolvere ulteriori obblighi in relazione al rapporto di lavoro esistente con Genish“.
La mozione di sollevamento dell’incarico di Genish è stata votata da dieci consiglieri. Cinque invece i voti a favore della permanenza in caricadell’ex Ceo di Tim.
Le deleghe sono state quindi assegnate ad interim al presidente della società Fulvio Conti.
Il consiglio ha ringraziato Genish per il lavoro svolto nell’interesse dell’azienda e di tutti i suoi stakeholder in questi quattordici mesi di intensa attività.
Il presidente del comitato nomine e remunerazione, riporta la nota della società, ha provveduto alla convocazione dello stesso comitato per gli adempimenti di sua competenza relativamente alla individuazione del nuovo amministratore delegato.
Domenica 18 novembre si terrà un incontro per nominare il nuovo Ceo.
La posizione precedente
La decisione arriva due giorni dopo che Tim aveva smentito le voci di invito alle dimissioni di Genish, che riportiamo di seguito.
Con riferimento alle dichiarazioni diffuse dal socio Vivendi in data 8 novembre 2018 (tramite alcuni suoi portavoce) e 5 settembre 2018 (mediante apposito comunicato stampa), nonché con riferimento all’articolo pubblicato il 9 novembre 2018 su www.WanSquare.com a firma di Yves de Kerdrel e intitolato “Elliott manipule maintenant les comptes de Telecom Italia” (“Elliott manipola adesso i conti di Telecom Italia”), TIM precisa quanto segue.
1. Il consiglio di amministrazione di TIM attualmente in carica:
è stato nominato in sostituzione di un consiglio venuto meno per effetto delle volontarie dimissioni dei consiglieri nominati da Vivendi rassegnate al fine di evitare la revoca di una parte di essi chiesta in considerazione di gravi carenze di governance;
è interamente composto da soggetti indipendenti rispetto ai fondi di investimento gestiti da Elliott;
ha mantenuto come amministratore delegato Amos Genish (designato dal socio Vivendi), il quale aveva accettato di rimanere in carica a condizione che fosse confermato (come in effetti è accaduto) il piano industriale approvato dal precedente consiglio di amministrazione, sotto la direzione e il coordinamento di Vivendi e composto per la maggioranza da consiglieri designati da quest’ultima.
2. L’amministratore delegato Amos Genish ha quindi svolto il suo lavoro in continuità rispetto al passato, perseguendo, senza raggiungerli, gli obiettivi indicati nel piano industriale da lui stesso predisposto in coordinamento con il socio Vivendi, con il conseguente obbligo per l’attuale Cda di procedere alle svalutazioni riportate nel resoconto intermedio di gestione al 30 settembre 2018.
3. La necessità di procedere a tali svalutazioni non è quindi dovuta a una disorganizzazione della società o al fallimento della nuova governance, come insinuato da Vivendi, ma all’implementazione da parte di Amos Genish (designato dal socio Vivendi) di scelte industriali riconducibili allo stesso socio Vivendi.