Il successore di Steve Jobs parla a tutto campo del passato, del presente e del futuro della “sua” azienda. Incluse le controversie con Samsung, lo spinoso incidente delle Mappe e l’intenzione di far partire dal prossimo anno negli USA la produzione di alcuni Mac.
Tim Cook, il
successore di Steve Jobs alla guida di Apple, ha rilasciato i giorni scorsi alcune
dichiarazioni sul passato, sul presente e sul futuro della Mela. “Apple
non è cambiata rispetto al passato, il DNA dell’azienda è rimasto lo stesso, la
nostra attenzione a creare prodotti che ci fanno battere il cuore (…)
vogliamo creare dispositivi che siano i migliori al mondo, in assoluto“,
ha dichiarato Cook. Nonostante, negli ultimi tempi, si siano più volte rincorse
indiscrezioni (spesso rivelatesi poi veritiere) circa le funzionalità dei
device sulla rampa di lancio, il CEO di Apple non rinnega l’abitudine della
società a mantenere segreti i suoi piani di sviluppo. “Ci sono però
delle aree sulle quali cerchiamo di essere completamente trasparenti“.
Sulla questione delle mappe, Cook ammette gli errori: “Apple
Maps non è riuscito a soddisfare le attese dei nostri clienti; e le nostre
aspettative sono addirittura più alte rispetto a quelle degli utenti. (…)
Stiamo comunque utilizzando tutte le risorse per risolvere tutti i problemi“.
Le tante lamentele arrivate degli utenti, che in molti casi hanno rimpianto la
soluzione precedentemente offerta da Google, hanno recentemente spinto i
vertici di Apple al licenziamento di Richard Williamson, l’ingegnere ritenuto
primo responsabile dello scivolone.
“Il primo giorno che entrai a lavorare in Apple“,
racconta Cook, “dovetti superare una sorta di picchetto formato da
alcuni utenti che protestavano per la decisione presa da Steve Jobs di
abbandonare lo sviluppo di Newton
(la famiglia di palmari che Apple presentò a fine anni ’90, n.d.r.). Si
tratta di una manifestazione che indica quanto i clienti tengano ai prodotti
dell’azienda. È stupefacente“.
Il giornalista statunitense che ha intervistato Cook per conto
della NBC, ha mostrato al CEO di Apple un video pubblicitario, realizzato da
Samsung in occasione del lancio del Galaxy S III (visionabile qui su YouTube).
La casa coreana ha preso di mira, ironicamente, il nuovo iPhone definendolo ben
poco innovativo (gli utenti possono fare cose che erano già possibili almeno
un anno fa) e gioca sulle lunghe file di acquirenti che si creano ogni
volta che la Mela lancia un nuovo smartphone. Cook ha risposto in modo
diplomatico: “in Apple amiamo in nostri clienti. E facciamo in modo di
difenderli. La chiamiamo guerra termonucleare? (Il CEO fa riferimento
all’espressione usata da Jobs rispetto al sistema operativo di Google: Distruggerò
Android perché è un prodotto rubato. Farò una guerra termonucleare n.d.r.). La realtà è che adoriamo
la competizione. Pensiamo che possa renderci tutti più forti. Ma esigiamo che
le persone inventino autonomamente le loro cose“. Il riferimento è
ovviamente alle accuse mosse nei confronti di Samsung dinanzi ai giudici di
mezzo mondo.
Apple continuerà a restare sulla cresta dell’onda o farà come
aziende, molto popolari negli anni ’80 e ’90, che poi sono passate in secondo
piano? Cook vede un futuro ancora roseo per la Mela ribadendo un concetto che
viene valutato come molto importante: la chiave del successo consiste nel
focalizzarsi su un ristretto numero di prodotti continuando a migliorarli
tenendo la barra dritta sull’innovazione. “Penso che alcune aziende,
compresa – molto probabilmente – quella che è stata menzionata (il
giornalista USA aveva citato Sony, n.d.r.) abbiano pensato, a un certo
punto, di essere state in grado di realizzare qualsiasi cosa. (…) Noi
sappiamo che possiamo fare grandissime cose, ma su un numero limitato di
prodotti“.
Cook ha poi confermato che almeno
una linea di Mac, a partire dal prossimo anno, tornerà ad essere prodotta negli
stabilimenti situati negli Stati Uniti.