Tipologie organizzative di telelavoro più diffuse

(Fonte Sit)

L’ufficio satellite. Un’impresa può
delocalizzare parte delle proprie attività in aree geograficamente
distanti dalla sede centrale per rispondere a esigenze strategiche (nuovi
mercati), gestionali (riduzione dei costi), operative (struttura più
diffusa e capillare).

La teleimpresa. Un’organizzazione può
offrire a distanza prodotti e servizi utilizzando le tecnologie dell’informazione.
In questo modo la produzione e la fornitura vengono realizzate per clienti
localizzati a distanza, tramite reti di comunicazione.

Il lavoro mobile. In questo caso non esiste
un luogo fisso di lavoro, ma tanti luoghi quante sono le sedi in cui è
possibile svolgere determinate attività. Gli addetti possono comunicare
con la sede centrale dal luogo di svolgimento dell’attività (sede
dei clienti) o da altri luoghi (abitazione, albergo, ufficio di appoggio
ecc.).

Il centro di lavoro comunitario o telecentro.
Si tratta di una struttura di lavoro fornita di un’ampia gamma di tecnologie
per la comunicazione a distanza, con una serie di servizi qualificati
di assistenza e di supporto agli utenti. La struttura e i servizi vengono
messi a disposizione di più utilizzatori: impiegati appartenenti
a imprese diverse, lavoratori autonomi, professionisti, piccoli imprenditori.

I centri di quartiere. I centri comunitari possono
essere localizzati in zone di residenza, sia per ridurre i costi e i tempi
di spostamento nei tragitti casa-lavoro-casa, sia per conciliare alcune
esigenze individuali con quelle della vita di lavoro (come nel caso della
cura dei figli).

Il telelavoro a domicilio. Si tratta di una
soluzione che realizza una nuova ricomposizione tra momenti e luoghi deputati
alle diverse attività della vita quotidiana. Può essere
realizzato sia da lavoratori dipendenti per un’azienda, sia da lavoratori
autonomi per più clienti.

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