In veste di driver dell’intero Gruppo, la filiale italiana della società tedesca ha intrapreso una fase di completo rinnovamento della propria infrastruttura tecnologica per giungere, entro il 2003, a implementare sistemi basati sul protocollo Tcp/Ip
Nel caso di Bayer Italia si può dire che chimica e
Information technology camminano a braccetto. La società farmaceutica
dedica, infatti, particolare attenzione all’infrastruttura riguardante il
sistema informatico e i servizi interni. Per questo aspetto, il 1999 ha
segnato una svolta storica. «Abbiamo concluso un profondo processo di
rinnovamento – ha spiegato Luigi Berchi, direttore della divisione Bit,
unità di servizio trasversale a tutta l’organizzazione -, abbandonando
il mainframe come base dati e ampliando la migrazione in ambiente
client-server». È stato, questo, il primo atto di una strategia che,
tra il 2000 e il 2003, per fasi successive, vedrà l’implementazione di
sistemi basati sulla tecnologia Tcp/Ip. In tale fase di transizione,
l’infrastruttura applicativa di Bayer si presenta composita: applicazioni
mainframe ospitate su host presso la casa madre a Leverkusen e utilizzate
dalle filiali di tutto il mondo, sistemi Windows Nt, Novell (che funge da
file server, ma sparirà nel corso dell’anno), Unix (per server Web e Sap
R/3). «La migrazione – ha proseguito Ferruccio Radici, responsabile
servizi infrastruttura Ict – ha richiesto il conseguente abbandono delle
reti Sna verso Lan e Wan in grado di connettere i vari sistemi. Con questo
tipo di connessione siamo pronti a installare la tecnologia
Tcp/Ip».
L’integrazione con Sap
La
situazione complessa ed eterogenea e la criticità dell’ambiente operativo di
Bayer Italia richiedono un continuo monitoraggio, non solo per scoprire gli
eventuali colli di bottiglia, ma anche per capire bene tutti gli utilizzi
possibili, soprattutto in un contesto in cui, giorno dopo giorno, la massa
dei dati trasportati dalle reti locali e geografiche e dal flusso di posta
che passa attraverso Lotus Notes cresce a dismisura. Un dato per tutti: in
poco tempo si è passati da 50 Gb di posta sotto Lotus Notes a 150 Gb. Un
volume in grado di mettere in crisi l’infrastruttura in qualsiasi momento.
«Da qui l’esigenza di dotarci di due strumenti – ha affermato
Radici -. Uno che tenesse sotto osservazione il funzionamento della
rete, l’altro che rilevasse chi, come e quando la utilizzava». Per la
prima attività, è stata scelta la piattaforma Tivoli. «Per la seconda
– ha ricordato Berchi -, abbiamo cercato un prodotto che avesse come
prerequisito la piena integrazione con Tivoli». L’attenzione è caduta
sulla suite EcoSystems di Compuware, formata da EcoScope ed EcoTools.
Questi ultimi due prodotti sono stati testati all’interno di un progetto
pilota di implementazione della versione 4.6 di R/3 e di Apo, entrambi di
Sap, nello stabilimento Bayer di Garbagnate Milanese. I risultati sarebbero
stati determinanti per l’installazione dei prodotti Sap in tutto il Gruppo
Bayer. «In questa situazione – ha aggiunto Berchi -, risultava
interessante guardare agli aspetti infrastrutturali, oltre che a quelli
applicativi, per verificare come dovessero essere dimensionati nell’ambito
del nuovo ambiente». La valenza, a livello mondiale, del progetto
obbligava all’utilizzo di strumenti che misurassero le performance delle
infrastrutture di rete, quali, ad esempio, i tempi di risposta.
Diventava, quindi, un tassello necessario l’essere a conoscenza dei
punti di utilizzo di ogni singola tratta che il pacchetto attraversava
nel suo viaggio tra il server, localizzato in Germania, e il pc dell’utente
finale.
Uno sguardo al futuro
Come già
detto, per raggiungere l’obiettivo sono stati adottati EcoScope ed EcoTools.
«La suite EcoSystems – ha dichiarato Radici – offre modularità,
semplicità e immediatezza dei risultati, caratterizzazione del carico di
lavoro, compatibilità con Tivoli, trasversalità rispetto a tutte le
applicazioni gestite, capacità di lavorare in parallelo con altri strumenti
di monitoraggio e di diagnostica della rete, dettaglio delle informazioni
ottenibili applicando il controllo a un’applicazione specifica quale, ad
esempio, R/3».
Per il futuro, Bayer punta alla “caratterizzazione”
del traffico per ogni singola business unit. Capire quanto ogni divisione
utilizzi la rete consentirebbe di allocare nel modo più giusto i costi, ma
soprattutto di far crescere i sistemi in un modo lineare e armonico.
Questo soprattutto in previsione di una presumibile esplosione dell’uso
della rete e della richiesta di banda, determinato dal fatto che l’azienda
ha dato accesso a Internet a tutti i dipendenti. «Per quanto riguarda le
attività di misurazione – ha concluso Radici – abbiamo in progetto
di collocare sonde e componenti di EcoScope ed EcoTools in ogni località,
per raccogliere costantemente le informazioni e definire dei report standard
che caratterizzino il carico in modo
permanente».