Cresce senza soste il traffico di dati in mobilità. E il network rischia di collassare nei prossimi anni se non si prendono opportune contromisure. L’analisi di Nokia Siemens Networks.
Secondo Nokia Siemens Networks, entro quest’anno il traffico annuale di dati in mobilità salirà a 23 Exabyte. Per dare un’idea, è come se 6,3 miliardi di persone scaricassero ogni giorno dalla rete un libro digitale.
Per i carrier il punto è capire come si comporterà l’infrastruttura di rete. Reggerà a questo possibile Armageddon? Collasserà sotto i colpi di continui accessi?
“La questione non deve essere sottovalutata“, ha spiegato Alessandro Di Salvo, Head of Network Sales per il Sud Europa di Nokia Siemens Networks. La diffusione sempre più capillare degli smartphone, accompagnata da prezzi sempre più bassi, sta creando una sorta di effetto domino sulle infrastrutture di rete mobili. “E’ un po’ come se tutti quanti potessero comprare senza batter ciglio una Ferrari e andare insieme sulla Salerno-Reggio Calabria“.
Diffusione notebook e smartphone
In effetti i dati sciorinati da Nokia Siemens Networks lasciano adito a pochi dubbi. Nel 2009 sono stati venduti a livello mondiale 150 milioni di notebook (di cui 35 milioni netbook) e 1,2 miliardi di cellulari (170 milioni gli smartphone). Già oggi quindi si vendono più smartphone che notebook e nel 2013 Gartner stima che la forbice si estenderà a 4-5 smartphone per ogni notebook.
Parimenti crescerà sempre più il traffico generato dai dispositivi mobili, il che fa sorgere una serie di dubbi sulla “tenuta” dell’infrastruttura di rete.
“La capacità della rete – continua Di Slavo – è solo uno dei problemi. Infatti la mobilità porta con sé una connessione intermittente e un continuo spostamento che richiedono reti mobili a banda larga molto più intelligenti a gestire il traffico“.
Le differenze nell’accesso alla rete
La questione è cruciale: il punto non è solo che aumentano i dispositivi mobili ma che questi accedono alla rete in modo diversi rispetto ai notebook.
Nei portatili infatti si osservano connessioni alla rete di lunga durata con una grande quantità di traffico e applicazioni in background che accedono continuamente a Internet.
Negli smartphone invece si assiste a connessioni rapide con poco traffico; tipicamente le applicazioni non lavorano in multitasking e vengono aperte e chiuse molte volte durante il giorno e la durata della batteria è una priorità molto sentita.
Traffico di segnalazione
Il traffico dati lascia in questi casi il posto al cosiddetto traffico di “segnalazione” (signaling). Infatti dopo essersi collegato alla rete dell’operatore con il riconoscimento del corretto piano dati, lo smartphone continua a “segnalare” alla rete stessa gli spostamenti con continui scambi di messaggi.
Il signaling è una tipologia di traffico di rete che è costoso per l’operatore e rischia di congestionare la rete, considerando i milioni di utenti in movimento che si spostano da una cella all’altra.
“In Italia – continua Di Salvo – la situazione è tutto sommato tranquilla, e l’infrastruttura di rete mobile è in grado di gestire l’attuale traffico. Ma il problema c’è e la soluzione va pianificata“.
E la soluzione passa sia per gli investimenti in infrastruttura di rete che per le applicazioni (ovvero sensibilizzare gli sviluppatori a realizzare programmi ottimizzati per consumare meno banda). Un terzo pilastro e poi rappresentato dalla riduzione di questo traffico di signaling. In questo senso la soluzione proposta da Nokia Siemens Networks si chiama Cell_PCH (Paging Channel) che in pratica spegne sia il trasmettitore che il ricevitore del dispositivo portandoli in uno stato di risparmio energetico pur mantenendo la connessione.
Secondo i dati forniti dalla società, una tipica sessione di controllo spostamento prevede uno scambio di 30 messaggi di segnalazione per un consumo energetico a livello di dispositivo pari a 200 mA. Con la tecnologia Cell_PCH i messaggi scenderebbero a 4 (il che significa passare da 2 secondi a 150 ms) per un consumo di 100 mA.
“Questa tecnologia – conclude Di Salvo – è trasparente per l’utente e funziona già per gli smartphone sul mercato. Altre tecnologie allo studio saranno invece usufruibili sui nuovi modelli“.