La tecnologia può rivelarsi uno strumento etico e agire non da protagonista, ma da braccio, per offrire supporto ai soggetti fragili. Quando questo accade, si offre non solo un servizio, ma anche un supporto concreto a chi ne ha più bisogno. Noon Care è il progetto presentato dallo studio di innovation design 21am ed Equa Cooperativa Sociale, volto a offrire sostegno agli anziani basandosi sulle funzionalità di intelligenza artificiale di Alexa, integrata all’interno dei dispositivi di assistenza vocale Amazon Echo Show 8.
Il progetto, che è stato presentato in occasione del Fuorisalone 2024 attraverso un allestimento rappresentativo degli ambienti di utilizzo, è rivolto alle persone anziane che vivono da sole che, in caso di necessità, possono fare affidamento sui servizi offerti dagli operatori sociali collegati, chiamando il loro supporto in maniera naturale, ossia “parlando” con Alexa in maniera del tutto naturale, per richieste di aiuto, di emergenze, ma anche di aiuto per la spesa o per risolvere qualche problema casalingo.
“Noon Care nasce come risposta di Equa al bando “Welfare in Ageing” di Fondazione Cariplo, che ha visto fin da subito la collaborazione con 21am per lo sviluppo della parte tecnologica necessaria per la realizzazione del progetto – spiega Adam Cavallari, co-founder di 21am -. Una tecnologia che si avvale delle funzioni di intelligenza artificiale e di riconoscimento del linguaggio umano insite in Amazon Alexa, strumento tanto in uso nel quotidiano per lo smart home, che consente anche a chi non ha dimestichezza con la tecnologia, di chiamare, conversare o lanciare allarmi direttamente al team di operatori socioassistenziali. E di farlo direttamente dalla propria abitazione, nel proprio ambiente, con il proprio linguaggio”.
Noon Care, per un’assistenza direttamente a casa propria
L’idea dietro a Noon Care è quella di offrire un’alternativa alle tradizionali case di riposo, consentendo agli anziani di rimanere nelle proprie case con un supporto adeguato, con una sperimentazione del sistema che è attualmente in corso presso il Villaggio Barona di Milano, dove diversi dispositivi Amazon Echo Show 8 con integrazione Alexa sono stati installati, connettendo le case degli anziani a un’equipe multidisciplinare di Equa che permette di valutare le loro necessità e attivare servizi socioassistenziali in modo tempestivo.
Servizi veri e propri ma anche compagnia e sostegno emotivo per contrastare solitudine e isolamento, con progetto mira a essere una soluzione accessibile a tutti, sia dal punto di vista economico che funzionale. Non si tratta semplicemente di introdurre nuova tecnologia, ma di ottimizzare e potenziare il lavoro degli operatori sociosanitari esistenti.
“Quando si creano dei progetti destinati alla terza età, lo si fa sempre pensando a soggetti terzi, mentre dovremmo pensare queste soluzioni considerando quello che vorremmo trovare quando noi stessi, in futuro, saremo nelle stesse condizioni – riprende Cavallari -. E io da anziano non vorrò essere costretto, se autosufficiente, a trasferirmi da casa mia. A oggi esistono poche alternative e per questo abbiamo pensato a un sistema che trovasse le corrette tecnologie di comunicazione che consentissero a un anziano di chiedere supporto se, quando e per cosa ne ha bisogno. E abbiamo considerato che utilizzare la voce, attraverso un linguaggio semplice, fosse la risposta più adatta e naturale”.
Tecnologia, ma semplice da usare. Con Amazon si parla
Dal punto di vista tecnico si tratta di un adattamento di Echo Show 8 con predefinite alcune funzioni apposite per rendere naturale e veloce il contatto con l’operatore. “Un sistema che è in grado di auto apprendere anche in base alle modalità e alle capacità della persona che fruirà il servizio, in base anche al grado di dimestichezza con gli strumenti tecnologici, che posono coinvolgere sia direttamente la voce, sia avvisare tramite whatsapp o altre app – dettaglia Alessandro Galluzzi, Business Developer Alexa Smart Properties -. Siamo ancora in fase di test, e stiamo ancora cercando di capire quali siano i linguaggi più utilizzati e il metodo che possa essere più veloce, anche tenendo in considerazione il fatto che si tratta di utenti il cui grado cognitivo può cambiare nel tempo, e il sistema deve essere pronto a imparare anche in base a queste variabili”.
Inoltre il dispositivo si presta a integrazioni con eventuali sensori ambientali all’interno dell’abitazione in modo da creare un ecosistema di smart home completo, a vantaggio di una sicurezza e comunicazione declinata sulle reali e singole esigenze dei diversi utenti.
“Una sperimentazione di questo tipo è già attiva presso una struttura di co-housing che vedono la coabitazione in piccoli appartamenti singoli, di persone con bisogni di assistenza di base – interviene Alessia Ballabio, content media manager di Equa Cooperativa Sociale -. Un primo tentativo è stato infatti di aprire delle comunità di alloggio sociale anziani, in cui proponiamo alle persone di non ricorrere al RSA, ma di andare in una struttura condivisa con altre persone. Una sperimentazione con risultati ottimi che ci ha fatto pensare di trasferire il progetto anche all’interno dei quartieri delle città, presso le abitazioni stesse degli anziani, senza obbligarli a un trasferimento dal proprio ambiente, attivando servizi a livello locale. Al momento è attiva una sperimentazione presso il quartiere Barona di Milano, dove possiamo offrire un’assistenza non invasiva attraverso dispositivi che integrano tecnologie e funzionalità semplici e intuitivi da utilizzare, che già esistono sul mercato e con i quali molti utenti hanno già dimestichezza, come nel caso di Amazon Alexa, per una maggiore tranquillità dei famigliari ma anche per alleggerire il carico di cura dei nostri caregiver”.
Anziani ma non solo. Servizi (e tecnologia) di Noon Care in evoluzione
Noon Care è certamente destinato a un pubblico di persone della terza età che vivono d sole, ma ovviamente può interessare anche persone più giovani che momentaneamente vivono un momento di non autosufficienza o impossibilitate a muoversi agevolmente. La sperimentazione è in atto, ma via via che procede si stanno prospettando utilizzi diversi sia per contesti sociali, sia per posibilitàò di estensione delle potenzialità di integrazioni tecnologiche e di servizi collegabili. Il progetto mira, infatti, a essere una soluzione accessibile a tutti, sia dal punto di vista economico che funzionale, non trattandosi semplicemente dell’introduzione di nuova tecnologia, ma di uno strumento/metodo per ottimizzare e potenziare il lavoro degli operatori sociosanitari.