Gli editori sanno che il futuro va nella direzione del libro digitale. Ma temporeggiano anche se Mondadori…. Continua il nostro viaggio alla scoperta del libro elettronico e delle sue potenzialità.
“Sopire, troncare… troncare, sopire”. Antonio Tombolini sul blog fa ricorso ai “Promessi sposi” per commentare la giornata di Editech che ha tracciato il panorama della situazione degli ebook. Sollecitato da 01net, però, non si nega all’approfondimento e ammette che dietro le quinte dell’editoria qualcosa si sta muovendo. “Dietro l’ufficialità delle posizioni – spiega il fondatore della Simplicissimus book farm che oltre a servizi per l’editoria digitale si occupa della distribuzione dei reader disponibili sul mercato europeo – si avverte un’ansia difensiva per un cosa che viene ritenuta comunque inevitabile”.
Gli editori italiani avrebbero quindi capito benissimo che lo sviluppo del mercato dei libri digitali è solo questione di tempo, ma per quanto è in loro potere cercano di ritardarne la partenza. Si spiegano così le cifre di un mercato che oggi praticamente vale zero a causa della manca di offerta.
Tombolini però si mantiene ottimista. Magari non è pronto a giurare su uno sviluppo del mercato nel giro di pochi anni ma a scommetterci qualcosa sì.
Anche perché qualcosa si muove. L’ex fondatore di Esperya e pioniere del commercio elettronico in Italia, legge infatti in questo modo il cambio al vertice di Mondadori Libri dove Gian Arturo Ferrari, nome storico dell’editoria italiana molto scettico rispetto all’avvento degli ebook in Italia, ha lasciato il posto di direttore generale ad Antonio Cavallero e ad Antonio Baravalle, i quali, secondo le indicazioni dell’amministratore delegato Maurizio Costa avranno il compito di affrontare la profonda innovazione tecnologica che sta investendo il settore editoriale.
L’appuntamento, però, è probabilmente rimandato all’arrivo di Kindle in Europa che dovrebbe dare una svolta al mercato. “L’idea di ritrovarsi Amazon e anche Google che improvvisamente possono imporre le loro condizioni agli editori li spingerà a muoversi”, commenta Tombolini che nel tempo ha un po’ perso la fiducia nei piccoli editori come motore dello sviluppo del settore.
“La mancanza di informazioni li frena. Il loro punto debole è hanno una scarsa attenzione a ciò che si muove fuori dall’Italia”.
Credono che tutto sia più complicato di ciò che è in realtà. Convertire il catalogo nel formato standard Epub, intervenire sul sistema editoriale e poi gestire la convivenza fra digitale e cartaceo.
Eppure, una visione un po’ provinciale li mantiene ignari di quanto succede all’estero e fossilizzati su una visione del mercato che si ferma alle Alpi. Per questo Simplicissimus sta organizzando workshop per editori per aiutarli a capire l’ammontare degli investimenti.
Perché fuori il mercato si muove, discute, parla di modelli di business che vanno oltre la classica vendita del libro. Tombolini però è dubbioso. La pubblicità nei libri lo lascia perplesso, mentre è più propenso a modalità diverse di offerta. “Per esempio nella manualistica è possibile pensare a forme di abbonamento o di accesso a pagamento”.
Poi c’è il problema dell’hardware con prodotti che al momento devono essere spiegati alla clientela anche se “stiamo miracolosamente vendendo lettori di ebook in un paese dove non c’è offerta”. Per quanto riguarda i quotidiani il primo a crederci è stata la Stampa di Torino anche se in questo caso la mancanza di connettività, le reti wi-fi chiuse costituiscono un impedimento importante.
“Ma per l’ultimo trimestre di quest’anno – annuncia – dovrebbero arrivare prodotti con la connessione 3G e anche questo problema dovrebbe essere superato”.
Manca solo l’offerta e magari un’Iva che dall’attuale 20% per gli ebook scenda al 4% come i libri cartacei.
Per il resto si aspetta Kindle.