Parere negativo del fondatori di Linux al nuovo draft Gpl3. Al centro del mirino la gestione dei diritti digitali.
Il nodo del digital rights management sembra essere fatale per il nuovo draft
Gpl 3.
Negativo, decisamente negativo il parere di Linus Torvalds, che ha
anticipato che – fermo restando il draft presentato nei giorni scorsi – Linux
non passerà alla nuova versione, aprendo dunque uno scontro diretto con Richard
Stallmann e la Free Software Foundation dichiaratamente contrari
all’implementazione di qualsiasi tecnologia in grado di limitare la libertà di
copia, modifica e condivisione.
Torvald è decisamente contrario a questa
visione di totale apertura, che diventa mandatoria in Gpl3.
Niente di
sorprendente, se si considera che già tre anni fa il fondatore di Linux aveva
aperto le porte ai Drm, sostenendo con decisione che la sua intenzione era
semplicemente rendere disponibile il codice agli altri e assicurarsi che lo
sviluppo successivo seguisse quella linea guida.
Oggi Torvalds sostiene di
non avere intenzione di aprire tutte le chiavi come Gpl3 richiederebbe, senza
contare che molto di quanto ruota intorno a Linux è in realtà governato dal
copyright, cosa che renderebbe difficile se non addirittura impossibile una
conversione dell’intero sistema al nuovo licensing.