Investito in pieno dalla crisi che ha colpito il mercato dei semiconduttori il produttore numero due nel mercato mondiale chiude in perdita la prima metà dell’anno fiscale in corso. E intanto si fa strada l’ipotesi di licenziamenti e pensionamenti anticipati negli stabilimenti in Giappone
La caduta dei prezzi e la domanda stagnante che
ormai da tempo caratterizzano il comparto dei semiconduttori ha travolto anche
Toshiba.
Dopo le perdite operative registrate in questa prima metà dell’anno
fiscale il produttore nipponico sta considerando l’ipotesi di ridurre la propria
forza lavoro in Giappone.
Pare infatti certo fin da ora che la società non
sarà in grado di raggiungere il proprio target di profitto, per quest’anno
fissato a 50 miliardi di yen, circa 416 milioni di dollari.
Toshiba, il cui
business è fortemente legato alla produzione di chip destinanti a memorie per
computer, apparecchi cellulari e videocamere digitali, ha perciò intrapreso
un’azione di ristrutturazione. Anche se gli analisti di mercato sono convinti
che ci vorrà qualcosa di più della dismissione di uno stabilimento per la
produzione di chip per la memoria dei computer.
Ryoji Yamawaki, analista di
Shinko Securities, sostiene infatti che Toshiba dovrebbe focalizzarsi unicamente
sulla produzione di Sdram – il più comune formato di memorie utilizzate al mondo
– per la PlayStation 2 prodotta da Sony, ritirandosi dalla produzione di chip
per la memoria dei computer.
Ma nonostante Toshiba abbia chiuso lo scorso
mese la linea di produzione delle Dram presso lo stabilimento di Yokkaichi, non
sembra per ora intenzionata a lasciare a casa i propri dipendenti. Questi
verranno molto probabilmente trasferiti in un analogo stabilimento di
produzione.
Sempre secondo gli analisti di mercato, per tener testa allo
scivolone registrato dai prezzi Toshiba dovrà stringere partnership strategiche,
anche se per ora il vendor non sembra intenzionato a
farlo.