Enrico Brunero – ItaaS SU Manager di Dimension Data Italia, ci parla di trasformazione digitale e del paradigma oggi applicabile.
Ormai la trasformazione digitale è un argomento diffuso in ogni ambito dell’azienda e in qualsiasi azienda. Quello che oggi è sempre più evidente è che quest’obiettivo si raggiunge solo quando l’IT si pone come partner vicino al business e come guida di questa trasformazione.
Partendo da questa evidenza, la trasformazione, inevitabilmente, passa attraverso una rivisitazione del modello IT in essere e quindi di cambiamento o di evoluzione dell’infrastruttura IT esistente.
Oggi, l’IT sta soffrendo della carenza di tempo e di risorse per cambiare lo status quo, continuando a investire una quota significativa del proprio budget per mantenere operativi i servizi esistenti. Questo non risponde alla necessità di affiancare i dipartimenti di business nella realizzazione rapida di nuovi servizi richiesti da un mercato dinamicamente sempre più veloce.
In questo senso, quello che si evince dal Report di Dimension Data, commissionato ad IDC, è il ruolo centrale dell’automazione quale strumento con cui l’IT può liberare delle risorse da dedicare all’affiancamento al business e all’innovazione.
Dimension Data ha ingaggiato la società di ricerca IDC per condurre una nuova indagine via web per comprendere meglio le tendenze e le sfide che le organizzazioni IT devono affrontare nel percorso di trasformazione digitale per quel che concerne l’ottimizzazione infrastrutturale e organizzativa. IDC ha intervistato responsabili IT e manager di 275 aziende in 10 paesi con più di 1.000 dipendenti. Di queste 275 organizzazioni intervistate, i due terzi considerano le operazioni IT come “core” del proprio business.
Il Report Optimisation Drives Digital Transformation è scaricabile qui.
Lo staff IT oggi sta investendo più del 40% del proprio tempo per evadere l’operatività quotidiana di aggiornamento software, storage, network, monitoring, ecc. e per supportare la risoluzione delle problematiche, mentre solamente il 15% del tempo viene destinato all’innovazione.
Questo ha effetti negativi sul ruolo e sulla percezione dell’IT all’interno delle aziende.
Come conseguenza di ciò, l’IT ha identificato nelle aree di network, server e storage una grande opportunità di automazione che consente a ogni singolo individuo dello staff IT di gestire una quota più grande dell’infrastruttura IT. Altro effetto positivo importantissimo dell’automazione sta nella capacità di limitare o evitare una serie di errori manuali così come a prevenire problematiche di sicurezza, che sempre di più diventa una delle tematiche con cui l’IT si deve confrontare, dal momento che i fruitori dei servizi sono ora distribuiti nel mondo secondo un modello di lavoro che non è più basato sulla presenza fisica in un luogo “protetto”.
L’automazione, applicata alle infrastrutture IT apre interessanti spazi a realtà come la nostra che si propone in affiancamento o in sostituzione al cliente nell’erogazione di servizi di operation e management, facendosi carico di tutto il ciclo di erogazione del servizio. Questo consente agli IT manager di liberare quota parte di quel + 55% del tempo speso per mantenere lo status quo che può essere così proattivamente dedicato al supporto del business.
Questo è uno dei motivi per cui Dimension Data sta evolvendo, arricchendo e consolidando l’offerta di Servizi gestiti che coprono tutte le aree infrastrutturali, affiancata da un’offerta di servizi cloud che permetto di fatto la trasformazione dell’IT anche in un’ottica ibrida.
Molto interessanti anche alcune considerazioni relative agli inibitori nell’ingaggiare un partner per l’attività di operation, ovvero di ottimizzazione dei servizi attraverso un modello diverso di operation & management e di monitoring dell’infrastruttura.
Soprattutto per quel che concerne il timore di perdere il controllo dei propri asset così come il tema della governance e della compliance. Un’altra delle preoccupazioni citate con una certa frequenza, anche se meno rilevante oggi, è relativa al fatto che i provider potrebbero non comprendere l’infrastruttura interna aziendale. Ma è proprio quando il cliente, con il supporto di un fornitore esterno, quale Dimension Data, è in grado di analizzare l’as-is, non soltanto dell’infrastruttura ma anche delle operation e dei processi, che può sin da subito individuare le aree di miglioramento o di cambiamento, che di fatto rappresentano il primo step verso un modello di trasformazione sia dell’infrastruttura che della gestione IT.
Questa considerazione ben si sposa con l’offerta di assessment strutturati e di consultancy che Dimension Data propone ai propri clienti; si parte dalla costruzione della mappa ponderata dei servizi e dell’infrastruttura IT esistente per poi procedere nell’individuazione delle azioni di trasformazione necessarie a fornire risposte agli obiettivi strategici aziendali ed alla costruzione di una specifica roadmap evolutiva .
Il report evidenzia inoltre alcuni interessanti aspetti su ciò che concerne la percezione dei benefici dell’automazione. Per l’IT, infatti, l’automazione ha delle implicazioni benefiche sull’efficienza, la sicurezza e i costi. Il business, invece, spesso perché ha già toccato con mano i benefici che derivano dall’utilizzo dei servizi in cloud, vede nell’automazione un vantaggio in termini di tempo e di velocità con cui vengono resi disponibili nuovi servizi, oltre alla tematica di costi e produttività.
Ciò che ne consegue è che il processo di automazione trova consenso diffuso nelle aziende e che ogni dipartimento ne trae un beneficio legato ai propri specifici obiettivi, siano essi di ridistribuzione dei costi, riduzione del rischio, di agilità o di capacità di rispondere velocemente alle nuove necessità del business.
Ecco perché per le aziende che guardano e traguardano questo tipo di percorso, diventa sempre più importante la scelta di un partner che, sia in grado di muoversi sugli assi della strategia, delle architetture, delle tecnologie e dei Servizi.