La società risente del calo nella domanda da parte del consumer, non compensato da una ancora modesta ripresa sul fronte business.
Nella giornata di ieri, il Consiglio di Amministrazione di Esprinet ha approvato i risultati della prima trimestrale dell’anno.
Nel periodo fino al 31 marzo scorso, la società ha registrato un fatturato di 494,4 milioni, in calo del 17% rispetto al pari periodo del 2010, allora chiuso a quota 594,7 milioni. In flessione (-13%) anche il margine commerciale lordo consolidato, l’Ebit consolidato, attestato a 11,4 milioni e in diminuzione del -32%. L’utile netto consolidato si ferma a 7,0 milioni di euro, in diminuzione del -28% rispetto al corrispondente periodo dell’esercizio precedente.
Per quanto riguarda le sole attività italiane del gruppo (Esprinet, Comprel, Monclick e V-Valley), i ricavi netti registrano un calo del -14% a 385,8 milioni, mentre il margine commerciale lordo, pari a € 25,5 milioni, è in diminuzione del -11% rispetto al corrispondente periodo 2010.
Nella comunicazione a commento dei risultati, Esprinet sottolinea come ”l’intero settore europeo della distribuzione di tecnologia ha sofferto nel primo trimestre di una forte contrazione della domanda “retail” e quindi del venir meno del traino rappresentato dai consumi interni di informatica da parte di privati e famiglie.[…]
La debolezza dei consumi di prodotti informatici ed il calo progressivo degli indici di fiducia dei consumatori si sono peraltro rivelati di entità del tutto inattesa, pur tenuto conto della deludente campagna natalizia dello scorso anno”.
Il rallentamento della domanda sul fronte consumer, non è compensato dalla domanda della clientela business, ”che si sta mostrando di intensità non sufficiente a controbilanciare il ritardo sui clienti consumer”.
Per questi e altri motivi, che includono anche possibili shortage di componentistica legati al terremoto in Giappone, Esprinet ritiene ”meno probabile l’ottenimento di risultati economici superiori a quelli conseguiti nel 2010, sebbene la circostanza per cui l’attuale crisi di domanda non risulti diffusa a tutti i segmenti bensì perlopiù circoscritta ad alcune famiglie di prodotto in ambito “consumer” (in prevalenza notebook e desktop, scesi rispettivamente del -30% e del -17%) sembra tuttora deporre a favore di un possibile recupero nella seconda parte dell’anno”.