Tutta la filiera coinvolta. Ma a chi tocca far pulizia?

Un convegno presso il Salone internazionale di ecotecnologie di Padova ha messo in luce quali sono gli aspetti che devono ancora essere definiti per far chiarezza

Giugno 2004, Al ministero dell’Ambiente si sta lavorando affinché
anche l’Italia possa recepire le due direttive sui rifiuti di apparecchiature
elettriche ed elettroniche (Raee) già definitive a livello europeo. Fabrizio
De Poli, responsabile del settore rifiuti al ministero dell’Ambiente, durante
il convegno "Rifiuto da beni durevoli: un futuro incerto?" svoltosi
presso il Sep, Salone internazionale di ecotecnologie di Padova, all’interno
dello spazio Habitat Azienda (dedicato alle problematiche ambiente-ufficio e
realizzato in collaborazione con Tecnoimprese) assicura che la volontà
di rispettare i tempi non manca e promette che l’attuale bozza verrà
recepita entro il 13 agosto 2004, affinché diventi attiva esattamente
l’anno successivo. La normativa in questione sancisce l’obbligo da parte dei
rivenditori di farsi carico dei costi dello smaltimento e gestione dei rifiuti
degli apparecchi di propria produzione e decreta la messa al bando dei materiali
pericolosi in fase produttiva.
Non mancano i dubbi e l’esigenza di chiarezza da parte di tutti i soggetti
coinvolti: produttori, operatori specializzati nella raccolta dei rifiuti tecnologici
e canale dei dealer che, se ben organizzati, possono trasformare il servizio
di raccolta rifiuti in un business.
Ai vendor preme chiarire il concetto stesso di produttore che, secondo Gilberto
Bertoletti, che si occupa in Canon Italia di questi temi, include anche chi
vende tramite Web, oltre ad assemblatori, importatori, nonché il mercato
parallelo. Un chiarimento che apre tutta un’altra serie di problematiche
da affrontare nel momento in cui la normativa diventerà realtà.
Chi paga lo smaltimento in caso di vendita a distanza? Chi si farà carico
dei prodotti orfani (quando, cioè, il produttore non è più
presente sul mercato)? Come evitare che parti e componenti vengano utilizzate
in maniera scorretta prima di essere recuperate?
è ancora forte, inoltre, la confusione tra chi si occupa solo dello smistamento
e chi, invece, esegue lo smaltimento vero e proprio. Il cliente pensa che chi
ritira la merce sia in grado di smaltirla, invece spesso non è così.
Intanto, attraverso Certo (Consorzio nazionale ecotrattamento rifiuto tecnologico)
che fa capo a Tecnoimprese, si avanzano proposte di collaborazione tra gli operatori
che gestiscono i rifiuti in questo ambito e procede nel frattempo l’iniziativa
Eco & Tech, con l’attiva partecipazione di Nrg (vedi articolo nelle
pagine seguenti), rivolta ai dealer che intendono diventare centri di raccolta.
Dealer che necessitano e chiedono regole da impresa, veloci, per prepararsi
a rispondere in maniera adeguata alle responsabilità richieste.

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