Tutti al lavoro per le architetture orientate ai servizi

Sap vara Esa, fondata sull’evoluzione di NetWeaver, e promette che nel 2007 l’offerta si adeguerà. Oracle lancia un middleware di integrazione basato su Web service e Teradata vuole riscrivere tutte le soluzioni.

I big del software enterprise sono impegnati nel rifacimento dell’infrastruttura sottostante le applicazioni. Il percorso è d’obbligo per poter essere pronti, tra uno o due anni, a proporre architetture Soa. Quello di Sap è "un viaggio in corso – ha precisato Henning Kagermann, Ceo della casa tedesca – ma abbiamo investito significativamente due anni fa e ora siamo a metà strada". Il riferimento è alla Enterprise service architecture (Esa), che altro non è, appunto, se non la veste che Sap dà a Soa. Il ventaglio di applicazioni della società (mySap Business Suite ma anche mySap All-in-one, mentre al momento è escluso Business One) confluirà verso un ambiente in cui, idealmente, l’It sarà "embedded" nel business, secondo la descrizione di Kagermann.


Per concretizzare l’obiettivo di Esa, che dovrebbe avvenire nel 2007, è necessario che la tecnologia metta a disposizione modelli, configurabili a seconda delle esigenze, per poter cambiare i processi o implementarne di nuovi. In pratica, deve essere process based, event driven e conforme ai Web service. Idealmente, la meta è un ecosistema fatto di tanti tasselli di Lego, ma che, come ha ribadito il Ceo, non coincide affatto con un mero lavoro di assemblaggio: il valore sta nella creazione del processo. Qui entra in gioco l’asse portante, ovvero ciò che diventerà, a partire da quest’anno, NetWeaver: non più una piattaforma di integrazione applicativa, ma una Business process platform, o Bpp, sulla quale potranno essere costruiti gli enterprise service di Sap, cioè flussi che accoppiano più Web service per finalizzare un processo. Nel corso del 2005 Bpp sarà accessibile da parte di un numero ristretto di partner Isv. Nel frattempo, saranno approntati i servizi da sovvrapporre, per i quali è benvenuto l’apporto dei partner. La casa tedesca ha dato prova del funzionamento di Esa con 500 prototipi di enteprise service implementati sull’ultima versione di mySap Erp e su NetwWeaver.


Sul fronte applicativo, va segnalato il lancio di Sap Analytics, un insieme di applicazioni in ottica Esa che conta già su 100 differenti specializzazioni. Una seconda novità è inerente la "user experience" e si basa su un accordo con Microsoft (carico di possibili implicazioni future) per lo sviluppo, la commercializzazione e il supporto di un prodotto, nome in codice Mendocino, che porterà alla piena integrazione dei processi di MySap con l’interfaccia desktop di Office.

Dal middleware allo sviluppo


In un botta e riposta con Sap, Oracle ha rilasciato Fusion Middleware, una suite basata su soluzioni esistenti e destinata a fare da integratore fra le applicazioni Oracle e non-Oracle. La suite non coincide, a dispetto del nome, con il progetto Fusion, ovvero l’Erp che integrerà le business application di Oracle, PeopleSoft e JdEdwards e che dovrebbe scaturire proprio nel 2007. È, invece, uno strumento che nasce dalle istanze degli utenti, i quali hanno espresso l’esigenza di cominciare a integrare, a prescindere, la propria struttura It. La dotazione di Fusion Middleware, tuttavia, può far presagire che, in futuro, la sua funzione andrà oltre l’ambizione iniziale. La suite include software dell’Oracle Application Server 10g, tool di sviluppo applicativo, infrastruttura di servizi Web, Enterprise Service Bus, strumenti di Bpm e Bi, di identity management e di gestione dei portali. Include anche pezzi di software provenienti dalla recente acquisizione di Oblix (sicurezza).


Pone una sfumatura differente Teradata, annunciando la rivisitazione delle fondamenta tecnologiche della propria offerta. Il motto è "riutilizzare per risparmiare". È proprio in quest’ottica, quella del riutilizzo, che la divisione di Ncr inquadra la Service oriented architecture. L’evoluzione parte dall’ambiente di sviluppo Java based proprietario Tap, Teradata Applications Platform. A seguire, poi, tutte le soluzioni saranno riscritte in ottica Soa e il primo rilascio è previsto dal prossimo gennaio, con la nuova versione di Teradata Crm. "Sono i clienti che richiedono di avere a disposizione framework, semilavorati riutilizzabili e facilmente personalizzabili – ha esordito Massimo Pellegrino, vice president Sud Europa di Teradata -. Noi stiamo rispondendo prontamente e, da qui a qualche anno, tutti i nostri prodotti saranno utilizzabili in ottica di servizio". La società ha legato a doppio filo il proprio nome alle soluzioni di consolidamento dei data mart, per la creazione di macro data warehouse aziendali. Negli scorsi anni, però, ha iniziato a innestare su questa infrastruttura una serie di applicazioni analitiche, che vanno dall’intelligenza diffusa alla creazione di portali, per arrivare al Crm e alla supply chain. Accanto all’imperativo Soa, vanno segnalati due ulteriori focalizzazioni della società. "Di recente – ha precisato Pellegrino – abbiamo iniziato a investire nella business continuity. Abbiamo, infatti, sviluppato una tecnologia, battezzata DualActive, che consente di creare un sistema secondario, accessibile in parallelo e a basso costo da tutti gli utenti. Ciò permette di assicurare la continuità delle attività e la disaster recovery in remoto". La terza area sulla quale la società conta di aumentare la propria presenza è quella dell’Rfid.

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