Torniamo a parlare dei due standard per le comunicazioni mobili da un nuovo punto di osservazione: il mercato italiano. La mancanza di normativa in materia genera perplessità e qualche prima protesta
Umts versus Wi-fi. La lotta fra le due tecnologie è appena agli inizi ma già
si fa interessante.
Soprattuto perché di mezzo ci sono i 6300 miliardi di
lire sborsati dai carrier che già operano nella telefonia mobile e da H3g che
invece aspetta di lanciare i nuovi servizi per poter fare qualche fattura.
Al di là dei problemi tecnici dell’Umts, per i quali consigliamo
l’illuminante lettura del libro “Senza fili” di Bruno Giussani, l’altro
problema è la crescita dell’802.11.b il sistema di trasmissione wireless che
permette di viaggiare a 11 megabit al secondo. Si tratta di un sistema comparso
prima della gara per l’assegnazione delle licenze, più maturo dal punto di vista
tecnologico dell’Umts (che al momento rimane una promessa) e che sta facendo la
sua comparsa in Italia nell’aeroporto di Fiumicino grazie a un’installazione di
una società chiamata Megabeam.
Finchè lo fa Megabeam è un conto, ora però
arriva anche Telecom che tramite il direttore generale Riccardo Ruggiero ha
fatto sapere che oltre a potenziare l’Adsl (che arriverà a 1 megabit) proporrà
anche il Wi-Fi.
Immaginatevi i salti di gioia di H3g.
Ma come, paghiamo
6300 miliardi e adesso arriva una nuova tecnologia che utilizza frequenze che
non sono di nessuno e che, stante l’attuale legislazione, non può essere
installata in luoghi pubblici?, dicono nella società guidata da Vincenzo Novari.
E ancora, vogliamo regole precise sapere chi può fare il Wi-Fi e dove. Anche
perché hai voglia a dire che quella è mobilità condizionata e l’Umts mobilità
totale. Giussani, infatti, nel suo libro per l’Umts usa le definizione di
mobilità stazionaria che ricorda molto le convergenze parallele di molti anni
fa.
Il vero problema però è che l’innovazione viaggia molto più velocemente
della politica e che è molto difficile sfornare nuovi regolamenti all’apparire
di ogni nuova soluzione.
D’altro canto la vicenda insegna che forse non è il
caso di sborsare tanti soldi per una tecnologia (ancora da mettere a punto)
quando ormai esiste la possibilità di essere sorpassati in brevissimo tempo.
Infine, una nota a margine sul ruolo del canale. Con l’Umts rischiava di avere
lo stesso ruolo dei cavoli a merenda, mentre con il wi-fi qualche spazio in più
dovrebbe esserci.
Ok, si tifa per il wi-fi.