Un Dna digitale a difesa del made in Italy

Certilogo propone un sistema anti contraffazione utile anche per combattere il mercato parallelo

L’uovo di Colombo contro la contraffazione è tutto italiano. Frutto del
lavoro di un team formato da professionisti di differenti settori che in qualche
modo hanno avuto a che fare con il problema dei prodotti imitati, vero flagello
del made in Italy. Da questo gruppo nasce Certilogo che ha sviluppato una
soluzione per contrastare la contraffazione che promette di avere un costo per
prodotto “fortemente trascurabile” ,
secondo le parole di Michele Casacci, amministratore delegato della società. Il
certificato a breve dovrebbe contraddistinguere due marchi tricolori di food e
fashion. Sui nomi Casucci non si lascia sfuggire una sillaba. Preferisce
spiegare le caratteristiche di questo Dna digitale che come il Dna
“umano” è diverso per ogni singolo prodotto. Certilogo assegna a ogni
prodotto un codice numerico custodito nel database della società. Quel numero
non sarà mai assegnato a un’altra borsa o qualsiasi altro articolo.



“Per fare un
esempio
– spiega Casucci – a una certa combinazione corrisponde un modello di una bicicletta o la borsa di uno stilista. Il cliente che intende acquistarla per accertarsi della sua originalità potrà comporre via Web o telefono fisso e cellulare il codice Certilogo di quel prodotto e avere in pochi secondi la risposta”.



Il Dna digitale, aggiunge Casucci, non è però solo un sistema anti-contraffazione.

Il codice può essere utilizzato
come strumento di business intelligence (può interfacciarsi con
le soluzioni in commercio compresi i gestionali), ma soprattutto è utile alle
aziende per monitorare gli spostamenti delle merci sui canali di vendita e
combattere il mercato parallelo fiorente in settori come il farmaceutico e
quello degli alcolici. Volendo,è poi possibile aggiungere alla semplice
comunicazione dell’originalità del prodotto alcune domande, utili a fini
statistici per le aziende, per i consumatori che telefonano o si collegano dal
Web per avere la certezza di cosa stanno acquistando. Casucci, però, allontana
subito ogni pericolo di violazione della privacy visto che
Certilogo non conserva numeri di cellulare o altri dati che permettano di
identificare l’utente.


Il Dna digitale è una soluzione
“neutra rispetto al media”, aggiunge l’amministratore
delegato della società. Etichetta normale o tag Rfid per Certilogo non cambia
nulla così come non cambia se il certificato è visibile sul prodotto o nascosto.
Decide il cliente, dice Casucci che sottolinea come differenti possono essere i
punti di controllo sul tragitto del prodotto che può in questo modo essere
controllato sul punto vendita dagli ispettori aziendali, dalle dogane o dagli
stessi retailer.

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