Ibm appare l’azienda più concreta anche perché vuole spingere al massimo i suoi server OpenPower. Hp, invece, punta tutto sul gioco di squadra
Maggio 2005, Dalla piccola indagine che abbiamo fatto sui risultati
concreti successivi alle dichiarazioni di intenti dei maggiori vendor, Ibm sembra
essere avere una marcia in più. Un dato su tutti: il colosso americano
è il vendor più prolifico in termini di soluzioni aperte dopo
Novell e Red Hat, basti pensare che tutto il middleware Ibm è disponibile
da tempo anche su Linux. Hp, invece, è il vendor che ha il portafoglio
più ampio di hardware che supporta Linux, dai desktop ai server. «La
strategia di canale Linux deve essere completamente integrata all’interno della
strategia complessiva di Ibm», partono da questo assunto le considerazioni
di Vincenzo Trama, che fa parte del system technology group
italiano. Che, in poche parole, si occupa di studiare iniziative di business
per alcune aree di crescita come Linux.
Lavorare con i distributori
L’impegno locale di Ibm si esprime verso due direzioni. Da una parte una forte
sensibilizzazione dei business partner verso la soluzione OpenPower, linea di
server a basso costo proposti con distribuzione Linux e tecnologia Risc.
«Una valida alternativa ai server Intel – afferma Trama – su
cui, oltre alle vendite, c’è l’opportunità di sviluppare tantissimo,
visto che la piattaforma hardware è diversa». Dall’altra c’è
un forte commitment verso i distributori. L’iniziativa del Linux Innovation
Center realizzato da Avnet grazie anche al contributo di Ibm è un primo
esempio. «Stiamo lavorando anche con Computer Gross, con Magirus e
con Esprinet – puntualizza Trama – con attività congiunte per
trasferire ai loro rivenditori la strategia in ambito OpenPower, ma anche per
rinfoltire l’ecosistema dei partner impegnati su Linux». In termini
di numerica, considerando i partner con esperienza Unix o attivi su piattaforma
As/400, sono una cinquantina quelli che fanno già attività su
Linux. «A quelli che sono già business partner Ibm vorremmo
aggiungere anche qualche dozzina di nuovi operatori entro il 2005»
precisa Trama. Dal punto di vista delle applicazioni, i programmi in essere
sono globali. C’è il ValueNet program che punta a evidenziare la proposizione
di soluzioni innovative basate su Linux anche e soprattutto per dare un riferimento
ai Business partner in cerca di soluzioni. «La novità del programma
è che ora i fondi previsti da Ibm – prosegue Trama – saranno
versati a chi ha generato un business effettivo in un rapporto di 2mila euro
di fondo per un progetto da 200mila fino a un massimo di 10mila euro a partner».
All’interno del portale PartnerWorld, poi, è prevista una sorta di autocertificazione
da parte del partner di una soluzione Linux. «E qui il canale ha a
disposizione una grande vetrina internazionale – sottolinea Trama -. Difficile
quantificare la misura dei partner italiani rispetto ai 100mila sviluppatori
registrati e alle 6.500 applicazioni. Direi che siamo nell’ordine di alcune
centinaia di partner». Infine i corsi. «C’è stata,
già da qualche tempo – conclude Trama -, l’estensione a Linux
dei corsi gratuiti "matrix" rivolti ai partner Unix».
Un programma specifico per Hp
È stato ufficializzato a metà aprile ed è attivo dal primo
maggio. «Si chiama Linux Elite Partner Program – afferma Antonella
Di Stefano, enterprise channel program manager di Hp Italia -, è
completamente inserito all’interno del PartnerOne ed è già partito
nel resto d’Europa. Abbiamo riunito una trentina di partner con accounting diretto
con Hp per un primo confronto. Abbiamo presentato loro il programma e, ora,
li incontreremo uno a uno per costruire un piano di sviluppo della partnership
Linux». L’idea di Hp è di costruire un consorzio di partner
(circa una quindicina) con forti capacità progettuali e di servizio pronti
a collaborare tra di loro e che facciano riferimento al portale a loro riservato
per lo scambio di informazioni e referenze. Il progetto di Hp prevede un primo
livello di costruzione degli skill dei partner, si prosegue con un business
plan espressamente Linux e il vendor mette a disposizione macchine in comodato
gratuito e premi sotto forma di rebate o incentivi. «Il programma
è cross platform – prosegue Di Stefano – ovvero non riguarda
nessuna offerta specifica hardware, anche perché per Hp la compatibilità
Linux è garantita su tutta l’offerta». Hp prevede anche attività
congiunte con i suoi distributori mentre, ricorda la Di Stefano: «È
già attivo da tempo il Linux Confidence center di Milano, realizzato
insieme a Red Hat».