Un Libro Bianco per conoscere le Soa

Un gruppo di lavoro di ClubTi di Milano ha realizzato una pubblicazione che inquadra la tematica dal punto di vista della domanda e dell’offerta

Due anni di attività da parte di un gruppo di lavoro del ClubTi di Milano hanno portato alla realizzazione del Libro Bianco Soa (scaricabile, previa registrazione da www.clubtimilano.net). «Questa pubblicazione, di quasi 500 pagine, non va interpretata come un manuale Soa per il progettista, ma come un documento che inquadra la tematica dal punto di vista della domanda e dell’offerta – ha tenuto a precisare Marco Bozzetti, coordinatore del gruppo di lavoro -. L’obiettivo, infatti, è stato quello di fornire una chiave di lettura di Soa e Web service, non solo ai Cio ma anche al top management e alle Pmi, analizzando i diversi temi che ruotano attorno a questo approccio architetturale».

Il libro affronta diversi temi, che vanno dalla contestualizzazione del fenomeno (che cosa è, qual è il modello di business, opportunità per chi vende e chi acquista, quali i criteri per una corretta scelta), agli skill necessari e all’impatto sul Sistema Paese.

Diviso in sette capitoli (Introduzione, Allineare il sistema informativo ai processi di business, Cosa sono i Web service e le architetture Soa, L’impatto della Soa sui fornitori, L’impatto della Soa sulla funzione Ict, L’impatto della Soa sul Sistema Paese, i Risultati dell’indagine 2007 Fida-ClubTi Milano), il libro presenta inoltre anche numerosi allegati, tra i quali una raccolta di casi studio, che continuerà a estendersi nel tempo, oltre alle schede di prodotti e soluzioni sul mercato.

L’indagine presente nel Libro Bianco, riguarda i risultati di un’indagine sull’approccio alle Soa in Italia, condotta via Web dal ClubTi di Milano su soci e simpatizzanti di Fida-Inform (federazione dei vari ClubTi nazionali) con il supporto di Axis. Una prima analisi è stata fatta sulle risposte di 130 persone, in prevalenza decisori Ict, ma non sono mancati imprenditori e top manager di Pmi.

Il campione è stato suddiviso in quattro fasce, che corrispondono alla dimensione dell’azienda di appartenenza in base al numero dei dipendenti: il 36% opera in realtà con oltre 1.000 addetti, il 17% è tra i 250 e 1.000, il 32% tra i 10 e i 250 e 15% sotto i 10. Varie sono state le domande poste dal questionario, a iniziare dalla prima, relativa all’interesse che le Soa hanno per il campione. Ben un 90% ha risposto che c’è interesse (nello specifico il 60% ha risposto sì certamente e un 30% probabilmente sì), però entrando più nel dettaglio, alla fine, viste alcune risposte contraddittorie, viene il dubbio che metà del campione non sappia bene di che cosa si parla.

A commento finale, Bozzetti ha sottolineato che oggi, nell’era digitale, il business è governato dalla tecnologia, per cui è importante che anche il top management sia competente in merito, perché scelte come le Soa non possono essere avviate senza il forte commitment della direzione. Inoltre, tra i problemi che possono impattare sullo sviluppo della Soa c’è la sensazione che diventi un fenomeno simile a Unix, i cui sistemi, pur basati su un kernel di standard compatibili, poi in pratica non riuscivano a comunicare tra loro. Il rischio è che anche l’offerta in ambito Soa, alla fine, possa essere fatta da tante soluzioni proprietarie, per cui aumentano i problemi per l’utente finale.

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