Colto al volo il servizio proposto dal distributore a valore Westcon, il vendor offre factoring e finanziamento finalizzato al canale con ricadute positive anche sui clienti finali.
In Italia i produttori Ict sono all’avanguardia nei programmi a supporto delle esigenze finanziarie dei propri partner di canale o, più semplicemente, la nostra è una Country in cui le difficoltà economiche si fanno più sentire?
Lo abbiamo chiesto a Roberto Pozzi, regional director Southern Europe di Extreme Networks che, insieme al channel manager per l’Italia Alberto Braghieri, ha recentemente ufficializzato Extreme Financial Services, iniziativa tutta italiana proposta dal distributore Westcon (si veda a proposito l’articolo qui a fianco – ndr), che ha avuto il pregio di cogliere una chiara richiesta proveniente dal vendor statunitense intenzionato a sostenere il business dei partner proponendo strumenti per attuare finanziamenti finalizzati.
Ma non si tratta di semplici agevolazioni nei pagamenti.
Quella colta dall’Italian Branch della Holding europea, partner a valore nella distribuzione di Extreme da poco più di un anno, in aggiunta alla decennale collaborazione a volume che la filiale italiana del produttore ha con Ingram Micro, è un’opportunità che introduce una modalità di fruizione di un servizio online «fortemente personalizzabile».
Avvalendosi della competenza di B2F (acronimo di Business to Finance), ossia della società che ha ideato una piattaforma Web per la gestione in full outsourcing dei servizi finanziari, Westcon ha, infatti, proposto a Extreme la creazione di un vero e proprio marketplace finanziario.
Quest’ultimo funge da “intermediario virtuale” fra i partner di canale del produttore focalizzato nelle soluzioni di rete su tecnologia ethernet e 11 istituzioni finanziarie internazionali.
«Parliamo – sottolinea Pozzi – di realtà come Unicredit, Teleleasing del Gruppo Mediobanca e Santander che concorrono nello spazio virtuale del marketplace mettendo a disposizione le proprie condizioni di credito affinché i nostri partner possano fare le opportune valutazioni al fine di venir agevolati nella realizzazione di progetti It o specifiche transazioni inerenti anche i servizi e non solo i prodotti».
Il tutto consentendo, da una parte, a Extreme di non legarsi a una sola realtà finanziaria «che – conferma Braghieri – sarebbe stata troppo vincolante per noi», dall’altra, di fornire uno strumento flessibile ai partner, che possono decidere qual è l’offerta migliore «arrivando a selezionare in uno stesso progetto basato su soluzioni Extreme – prosegue il channel manager per l’Italia – anche prodotti e servizi di terze parti».
Un ulteriore valenza positiva è data, inoltre, dal fatto che lo strumento finanziario in questione può essere girato dai partner a favore dei clienti finali (nel 20% dei casi inerenti Extreme parliamo di carrier e municipalizzate con funzioni di carrier locali, nel rimanente 80% da utenti genericamente chiamati enterprise di cui un buon 40% è costituito da utenti della Pa, specie in ambito sanità – ndr), che possono decidere se adottare o meno strumenti di locazione finanziaria (leasing) oppure operativa (noleggio).
Presentato con due tappe a Milano e Roma ai partner Extreme autorizzati e non, il nuovo strumento è stato fisicamente testato e «approvato dai nostri interlocutori che – sottolinea Braghieri – hanno già chiesto e ottenuto la possibilità di personalizzare i servizi in aggiunta a quelli attualmente a listino».
Privo di limitazioni per quanto concerne il livello minimo o massimo da finanziare, il servizio è accedibile online dai partner che, in possesso di username e password, si collegano al sito http://extreme.toolweb.it dove possono inserire una serie di variabili «come la durata del noleggio, le rate e quant’altro», in base alle quali le finanziarie che sono in grado di soddisfare i parametri espressi inoltrano singolarmente le proprie proposte che il partner può confrontare modificando parametri «come, per esempio, il variare della durata del finanziamento finalizzato».
Perché il modello possa essere esportato dal nostro Paese, che funge da pilota, alle altre Country del Sud Europa, «dove storicamente – conclude Pozzi – la problematica nel ritardo dei pagamenti è, da sempre, particolarmente sentita», dovremo attendere almeno un anno.