Un organismo di tutela per sorvegliare i dati personali

L’idea di un Icann dell’identità personale inizia, in effetti, a farsi strada e sarà al cuore del dibattito della Trusted Computing Conference, che si terrà in California agl’inizi di novembre.

La questione è stata posta dalla stessa Microsoft: occorre creare un organismo internazionale indipendente per gestire la circolazione dei dati provati sul Web? L’idea di un Icann (organismo internazionale che gestisce i nomi di dominio dei siti) dell’identità personale inizia, in effetti, a farsi strada e sarà al cuore del dibattito della Trusted Computing Conference, che si terrà in California agl’inizi di novembre. Per i fabbricanti di software di gestione dei dati personali, si tratta, in effetti, di un ultimo giro strategico operato per rassicurare il mercato dinnanzi alle minacce (fittizie o reali) che suscitano i nomi, seppure promettenti, di Passport (Microsoft), Magic Carpet (Aol) o Liberty Alliance (Sun Microsystems, tra gli altri). Dal 1997, le grandi società informatiche statunitensi hanno sviluppato, sotto l’egida del W3C (World Wide Web Consortium), uno standard detto P3p (Platform for Privacy Preference) per inquadrare il riutilizzo, tramite i siti, dei profili elettronici degli internauti. Le tecnologie Passport, Magic Carpet e quelle della Liberty Alliance sono le prime applicazioni industriali del P3p. Queste organizzano lo scambio automatico dei dati personali sul Web, in funzione del consenso dei navigatori. Lo scopo è quello di evitare l’inconveniente di registrarsi a ripetizione e offrire all’utente del Web la possibilità di definire da se stesso il livello di protezione sui propri dati privati. Un bel programma che è stato tuttavia condotto da Microsoft, pioniere del settore, che lo scorso settembre ha annunciato un primo aggiornamento sul soggetto sensibile di “memorizzazione dei dati”.

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