Uno studio realizzato da Unioncamere evidenzia come investimenti stranieri e popolazione immigrata contribuiscano ad aumentare il grado di apertura verso l’estero della regione
Il Piemonte nell’ultimo anno ha visto notevolmente aumentare il suo grado di internazionalizzazione, al contrario di molte altre regioni vicine e concorrenti. È quanto emerge dal quinto Rapporto sull’internazionalizzazione del Piemonte, realizzato da Unioncamere e dalla Regione.
Una rinnovata spinta all’internazionalizzazione
Nel 2007, infatti, l’indice dell’internazionalizzazione del Piemonte è stato pari a 11.635 punti, con una variazione positiva del 18% rispetto al 2006. L’incremento, è dovuto essenzialmente a tre fattori propulsivi: in primo luogo, gli Investimenti diretti esteri (Ide), quindi la crescita della popolazione straniera residente in Piemonte e, infine, la rinnovata propensione piemontese al commercio internazionale. Per quanto riguarda gli Ide netti in entrata, sebbene il dato del 2006 mostri un significativo calo rispetto al 2005, anno in cui si era registrato un dato anomalo difficilmente interpretabile, il flusso si è comunque mantenuto a una quota più elevata rispetto al triennio 2002-2004, consentendo al Piemonte di qualificarsi come la seconda regione italiana quanto a capacità di attrazione di Ide. Quanto al secondo motore di crescita dell’indice complessivo, l’ammontare degli stranieri residenti in Piemonte al 31 dicembre 2006 è pari a 252.302, per un incremento dell’8,9% rispetto al 2005, a testimonianza della sempre maggiore peculiarità del fenomeno migratorio nel panorama regionale. Terzo elemento di traino dell’indice complessivo è la propensione al commercio internazionale, al cui interno si evidenziano gli incrementi tanto dell’export di merci, quanto di quello di servizi.
In arretramento le altri regioni del Nord
Lo studio realizzato da Unioncamere evidenzia anche come il Piemonte sia diventato una regione più internazionalizzata della media italiana. In un’ottica dinamica, rispetto allo scorso anno, il Piemonte ha guadagnato quasi 3 punti di internazionalizzazione relativa, passando da 121,1 a 124. Un ottimo risultato, specie se confrontato con quello della Lombardia (-9,4) e del Veneto (-4,1). In arretramento anche l’indice calcolato per l’Emilia Romagna (-2,7). Il rapporto restituisce dunque la fotografia di un Piemonte che, dunque, nell’ultimo anno, aumenta il proprio grado di internazionalizzazione tanto in termini assoluti quanto in termini relativi, in controtendenza rispetto alle principali regioni italiane, risultando vincente anche nel confronto con i principali competitors europei (in particolare, con le vicine province francesi di Rhône-Alpes e Paca).
Cresce l’export di merci e di servizi
Nel 2006 le esportazioni piemontesi sono cresciute dell’8,4% rispetto all’anno precedente raggiungendo in termini di valore i 34,7 miliardi di euro. Nel periodo gennaio-giugno 2007 è continuata l’espansione dell’export piemontese, in aumento del 6,8% rispetto allo stesso periodo del 2006. Il Piemonte si è così confermato la quarta regione in termini di quote di export (10,4%). La crescita delle vendite piemontesi oltreconfine è stata trainata, a livello settoriale, dal comparto dei metalli e prodotti in metallo (+21,3%), dalla meccanica (+6,2%), e, in minor misura, dalla filiera autoveicolare (+2,8). Per quanto riguarda il commercio di servizi, nel 2006 il Piemonte ha contribuito per il 5,9% all’export italiano, e per l’8,2% all’import, qualificandosi come quinta regione esportatrice e terza forza importatrice. I crediti verso l’estero per la vendita di servizi ammontano a 3.720 milioni di euro, importo notevolmente superiore ai 2.709 milioni registrati nel 2005. La crescita tendenziale di circa 37 punti percentuale può essere in larga parte attribuita all’aumento manifestato nella vendita di servizi informatici, finanziari ed assicurativi. Per quanto riguarda, invece, gli acquisti dall’estero si rileva uno sviluppo più contenuto: l’import passa, infatti, dai 4.303 milioni di euro del 2005 ai 4.727 del 2006. Il saldo appare ancora negativo per 1.007 milioni di euro, pur manifestando una riduzione rispetto ai valori negativi degli anni precedenti. Ragionando in termini di saldi tra vendite ed acquisti emerge come nel 2006 i settori in salute con un saldo positivo siano quelli dei servizi finanziari, le royalties e le licenze. Ancora in deficit le realtà di tutti gli altri comparti.
In avanzo la bilancia tecnologica
Così come registrato per la Bilancia tecnologica italiana, e in linea con la tendenza manifestata negli scorsi anni, nel 2006 il saldo della Bilancia piemontese è positivo per un ammontare di circa 271 milioni di euro, anche se in flessione rispetto all’anno precedente. Il Piemonte ha contribuito per oltre un terzo all’avanzo totale nazionale, fornendo l’apporto più elevato tra le regioni italiane dopo la Lombardia. Il saldo complessivo del 2006 è il frutto di surplus registrati nei servizi con contenuto tecnologico (242 milioni di euro), nel commercio in tecnologia (60 milioni di euro) e nei servizi di ricerca & sviluppo, solo parzialmente contrastati dai disavanzi registrati negli altri regolamenti per tecnologia e nelle transazioni in marchi di fabbrica e disegni industriali. Gli incassi per tecnologia sono ammontati ad oltre 520 milioni di euro (-4,9% rispetto al 2005), mentre i pagamenti sono stati pari a quasi 250 milioni di euro, in deciso aumento (+30,7%) sull’anno precedente.
Bene gli Investimenti diretti esteri
Il Piemonte mantiene la seconda posizione tra le regioni italiane per flusso di Ide in entrata: nel 2006, è stato pari a 17,4 miliardi di euro, che al netto dei disinvestimenti arriva a quota 4,8 miliardi di euro. Oltre il 98% degli Investimenti diretti esteri in ingresso nell’ultimo quinquennio proviene dall’Unione europea a 15 Paesi, in particolare dalla Francia a dai Paesi Bassi. Il Piemonte si colloca tra le aree più attive anche per quanto riguarda gli Ide in uscita, occupando il terzo posto per importanza degli investimenti netti (1,2 miliardi di euro), e tornando su valori positivi dopo il rallentamento dello scorso anno. È l’Europa l’area maggiormente interessata dai flussi di investimenti e disinvestimenti piemontesi all’estero.
Le Olimpiadi favoriscono il turismo internazionale
I turisti stranieri che, nel 2006, hanno raggiunto il Piemonte per trascorrervi almeno una notte sono stati 1.325.894, mentre le presenze straniere sono risultate pari a 4.940.383, per una durata media del viaggio pari a 3,3 giornate. Il distretto turistico dei laghi si è confermato, anche nell’anno delle Olimpiadi invernali, la meta preferita dai turisti stranieri, con il 41,3% degli arrivi e il 43,6% delle presenze, e con incrementi rispettivamente dell’8,3% e del 7,5% rispetto al 2005. L’area metropolitana di Torino ha accolto il 25,2% degli arrivi e il 22,8% delle presenze di visitatori da oltreconfine. Le Olimpiadi , tra l’altro, hanno allungato in misura consistente il tempo medio di permanenza degli stranieri nel capoluogo regionale, per una media di 3,4 giorni, che sale a ben 12,4 se si considerano le sole sistemazioni extra-alberghiere. Le Valli olimpiche, corrispondenti all’Atl delle Valli di Susa e del Pinerolese, hanno convogliato nel 2006 il 5,7% degli arrivi e il 13,8% delle presenze, con incrementi consistenti rispetto al 2005.