Nel futuro della società di servizi ci sarà sempre più Linux.
L’evoluzione di Unisys passerà anche per l’open source.
La società, oramai di servizi, statunitense, ha infatti quattro linee di sviluppo, delineate dal direttore delle vendite mondiali Peter Blackmore (manager con un grande passato un Compaq e in Hp, dove contribuì a varare la strategia di Adaptive enterprise, ma che partì proprio dall’antenata di Unisys, Burroughs Machines): sicurezza enterprise, infrastrutture real time, strutture Microsoft e open source.
Proprio le soluzioni per il software aperto e Linux sembrano essere quelle con il maggior carico di attrattività, vuoi anche per la massa critica che ha raggiunto il mercato. Secondo Blackmore, infatti, ora la domanda per Linux effettivamente c’è.
Un caso, che il direttore vendite ha recentemente citato come esempio, riguarda un grande vettore europeo (la cui identità non è stata rivelata) presso il quale Unisys sta portando l’open source su tutti i server di backend, per realizzare un risparmio di costi del 30%.
Buona parte del business di Unisys (50%), poi, è fatto con l’outsourcing, E anche qui la possibilità di creare ibridi in cui sistemi Microsoft e Linux convivono, fa dell’open source un elemento di portata strategica.