Il vendor Usa ha chiuso il Q3 2002 con profitti per 59 milioni di dollari, rispetto ai 20,9 milioni riportati al termine del Q3 2001, e un fatturato di 1,3 miliardi, rispetto agli 1,4 registrati nel medesimo periodo dell’esercizio precedente.
16 ottobre 2002 Nonostante le aziende
clienti appaiano ancora restie a nuovi investimenti, Unisys ha chiuso il terzo
trimestre dell’esercizio fiscale in corso con profitti in netta crescita,
rispetto all’esercizio precedente. Non a caso, lo scorso 30 settembre, i
profitti riportati dall’azienda statunitense hanno raggiunto quota 59 milioni di
dollari, superando di quasi tre volte i 20,9 milioni riportati un anno fa.
Ma la crisi è innegabile, tanto da lasciar sfuggire a Lawrence Weinbach,
Ceo di Unisys, previsioni poco ottimistiche per l’intero 2003. Un trend già
intravisto con il fatturato riportato dall’azienda che, al termine del Q3
scorso, ha registrato una leggera flessione passando dagli 1,4 miliardi di
dollari di un anno fa, agli attuali 1,3. Ancora forte la spesa per
outsourcing, servizi di gestione reti e sicurezza – fa sapere il management
di Unisys -, mentre non è possibile dire altrettanto per system
integration, consulenza, hardware e software.
Ciò nonostante,
la stessa società ha già fatto sapere di avere fra le mani un
paio di contratti ‘chiave’ con l’ente statunitense che si occupa di amministrare
la sicurezza nei trasporti, e lo Stato della Pennsylvania.
Entrambi promettono di incidere favorevolmente sul fatturato dei
trimestri a venire. Il tutto sommato a una serie di riduzioni dei costi
apportati dall’azienda in numerose aree, tra cui quella dedicata alla ricerca e
sviluppo, che ha visto il proprio budget ridursi da 73 milioni di dollari agli
attuali 66. A favore del vendor vi sarebbero, poi, i recenti contratti siglati
al di fuori degli Stati Uniti con l’australiana Rams e un’agenzia
governativa tedesca per la fornitura di servizi in outsourcing e servizi gestiti.
