Valutare il ruolo dell’innovazione It

Club Ti di Milano ha avviato un’indagine (in varie tappe) per comprendere il peso dell’Ict nelle strategie delle Pmi.

“Innovazione e Ict nelle Pmi” è stato l’ambizioso tema di un incontro organizzato da Club Ti di Milano, che ha presentato i primi risultati conseguiti dal gruppo di lavoro preposto all’indagine, il cui obiettivo è quello di analizzare presso le aziende che hanno avviato dei progetti di innovazione negli ultimi tre anni la correlazione tra Ict e performance aziendali.

Partendo dai nominativi (forniti da Assolombarda) delle aziende che nella provincia di Milano hanno ottenuto finanziamenti agevolati per progetti di innovazione, ne sono state selezionate 270 delle quali sono stati presi in considerazione i principali indicatori di performance aziendale (Roi, Roe, fatturato, valutato anche pro capite, valore aggiunto e utile).

Da una prima analisi del campione, prevalentemente di piccole e medie dimensioni appartenenti ai diversi settori industriali, è emerso che solo il 41% ha avviato progetti Ict e in particolare le realtà appartenenti all’informatica e all’elettronica.

In base alle varie voci analizzate, dal panel sono emerse 40 aziende tra le più performanti, i cui imprenditori saranno oggetto di interviste one to one per indagare più in dettaglio la loro percezione dell’Ict e quanto può aver influito sui loro risultati (seconda fase dell’indagine).

Ma che cosa si intende per innovazione It? L’ha spiegato durante l’incontro Paolo Pasini, docente della Sda Bocconi (è tra i coordinatori del progetto sopra citato assieme a Maurizio Bombara, docente all’Università Milano Bicocca) che ha sottolineato come l’innovazione It non sia un sinonimo di innovazione aziendale, ma ne condivide i principi di fondo. Infatti, l’innovazione It segue un processo logico, di solito strutturato e continuo, in quanto gestito in modo formalizzato con adeguate prassi e strumenti di controllo dei progetti di innovazione; può essere incrementale o più drastica, e si caratterizza come un processo aperto che deve coinvolgere pesantemente gli utenti interni delle applicazioni e delle tecnologie, la rete di fornitori e partner It esterni oltre ai centri di ricerca.

E, ancora, l’innovazione It (applicativa e infrastrutturale) deve produrre un risultato trasferibile e percepibile dal mercato, abilitando la creazione di nuovi prodotti, servizi o processi, sia core che periferici. Quindi l’innovazione non va considerata come un qualunque cambiamento ma come qualcosa che porta a un reale sbocco e aiuta l’azienda a trasferirla sul mercato.

L’innovazione It può essere infrastrutturale e applicativa. La prima impatta sui prodotti e sui servizi dell’azienda e in parte sul supporto dei processi e delle relazioni con attori esterni (Crm, Scm), dove agisce più pesantemente l’innovazione generata dall’It applicativa che interviene anche sull’automazione dei processi operativi interni (Erp), sulla produzione di informazioni direzionali e sul supporto ai processi manageriali (Bi e Bpm).

In questo contesto va rivalutato il contributo del Cio, che deve assumere il ruolo di leader in grado di sviluppare capacità di relazione sia interna che esterna, di trasferire i benefici dell’It all’innovazione aziendale, dimostrando quanto l’It contribuisce al processo di innovazione nel suo complesso.

LASCIA UN COMMENTO

Inserisci il tuo commento
Inserisci il tuo nome