Vanco ottimizza la rete dati aziendale

Un operatore virtuale per gestire la Wan, senza doversi preoccupare di negoziare con carrier diversi, magari in nazioni differenti. Il Ceo della società rivendica i vantaggi di una scelta indipendente, in termini di costi e tecnologie.

L’asset rete, per un carrier, è di fatto un vincolo. Lo sostiene Allen Timpany, Ceo di Vanco, uno dei pochi virtual network operator globale. “Chi possiede una rete – ci ha spiegato Timpany – deve vendere la tecnologia che ha implementato e il traffico su di essa. Anche geograficamente la disponibilità di una rete diventa un legame”.

Un’azienda che ha esigenze particolari può conseguire risparmi significativi ottimizzando le infrastrutture e scegliendo il carrier che possiede la miglior offerta per ciascun servizio. Bisogni che crescono se l’azienda in questione ha una presenza internazionale o comunque è molto distribuita sul territorio.


Vanco fornisce una risposta a tutto questo. La società, nata in Inghilterra nel 1988, si è specializzata nella gestione delle reti dati e mette a disposizione della clientela la propria esperienza di integrazione, la conoscenza delle offerte dei carrier e l’elevata capacità di negoziazione. Quest’ultima è un elemento da non trascurare, anche se forse l’aspetto più interessante per un’azienda consiste nella possibilità di avere un unico referente, che assicura in ogni nazione la stessa qualità del servizio, garantendo trasparentemente il passaggio alla tecnologia migliore. In pratica, si tratta di dare in outsourcing la propria infrastruttura Wan a Vanco, che si è attrezzata con Nmc (Network management center) locali, al fine di garantire il massimo livello di servizio, come ha rimarcato Marco Milan, country manager italiano.

Il virtual operator disegna la struttura che meglio soddisfa le esigenze del cliente, dopo averle analizzate. “Dsl, Frame Relay, Ip o altre tecnologie. A seconda del servizio, della locazione geografica, dell’offerta dei carrier e così via, l’architettura ideale risulta essere normalmente un mix”, ha affermato il Ceo di Vanco. Ma per un’impresa è molto oneroso valutare qual è il giusto mix, mentre per Vanco, che è continuamente a contatto con gli operatori, è facile essere sempre aggiornata su offerte e tariffe. Inoltre, Timpany ha sottolineato: “Noi siamo indipendenti e non essendo legati a un’infrastruttura particolare possiamo garantire sempre la migliore soluzione, cambiando carrier e tecnologie all’occorrenza”.


Generalmente, Vanco propone contratti quinquennali, con una verifica periodica delle condizioni (su base annua) e un’eventuale rivisitazione delle scelte effettuate sulla base di una reportistica dettagliata.


Affidandosi all’operatore virtuale, un’impresa può risparmiare anche il 40%: una convenienza innegabile, anche se si devono girare a Vanco parte di questi risparmi. Si hanno comunque altri vantaggi, quali il già ricordato contratto unico che assicura un’uniformità di servizio su tutta la rete, con Sla estendibili globalmente.

Per questo, Vanco deve investire in tecnologie di integrazione (molto software di monitoraggio e analisi, in particolare) e, soprattutto, in persone. “Si consideri – ha rimarcato il Ceo – che le realtà aziendali sono molto eterogenee. Noi operiamo da quattordici anni nei servizi di rete e possiamo vantare esperienza non solo su Ip, ma anche su X.25, Sna o qualsiasi altra tecnologia legacy”.

Riguardo le nuove tendenze, Timpany ha affermato che sta crescendo la domanda di Vpn (Virtual private network), anche se meno di quanto si pensasse. Questo perché la spinta arriva soprattutto dai fornitori di hardware che insistono sull’Mpls (Multi protocol label switching), ma che è ancora poco diffuso, per esempio “negli Usa non lo ha messo in produzione nessun carrier”, ha detto il dirigente, che ha aggiunto: “In Europa Mpls è più popolare, ma ancora non si riesce a garantirne l’impiego end-to-end sulla lunga distanza. Ci vorrano ancora dai due ai quattro anni perché possa decollare”.

Discorso analogo per la VoIp (Voice over Ip), anche perché ci sarebbe ancora troppo installato di vecchi Pabx da ammortizzare.


Affidandosi a Vanco, le imprese possono scegliere di implementare la tecnologia giusta al momento opportuno, senza dover subire le pressioni dei carrier e svincolandosi dalle problematiche degli stessi.
Per esempio, Manutan, che aveva un contratto con KpnQwest, si è rivolta a Vanco per salvaguardarsi dal rischio di fallimento di quest’ultima. Pilkington, produttore globale di vetro per i settori dell’edilizia, dell’auto e altri, presente anche in Italia, ha scelto l’operatore virtuale perché gestisse una soluzione di rete per applicazioni mission critical basata su infrastrutture di 14 operatori di Tlc, collegando 152 siti in 17 nazioni diverse.
Se una multinazionale come Pilkington, che investe in servizi ad alto valore aggiunto, è il cliente ideale, le soluzioni Vanco si adattano anche ai bisogni di piccole e medie imprese, a detta di Timpany, che ha precisato, però, che il loro target è costituito da aziende che spendano in trasmissione dati almeno 100mila euro l’anno.

LASCIA UN COMMENTO

Inserisci il tuo commento
Inserisci il tuo nome