Vdm Labs orienta il radar sugli Usa

Giulio Caperdoni_CEO_VDM LabsOttimo avvio per i Vdm Labs, l’avamposto aperto per intercettare i trend tecnologici aperto da Vidiemme Consulting ad inizio 2015. L’apertura della filiale segna un importante passo nella strategia di crescita dell’azienda, volta a cogliere l’innovazione e le tecnologie più avanzate che nascono nella Silicon Valley per poi svilupparle nel nostro Paese, promuovendo i nostri talenti con nuove opportunità di business a matrice sia europea, sia statunitense.
Guidata da Giulio Caperdoni (Ceo), Alan Cassini (Managing Director) e Luca Valsecchi (Board Manager), Vdm Labs ha l’obiettivo di fare scouting di nuove tecnologie e sviluppare nuovi progetti, in fase sia prototipale, sia già commerciale. I Labs operano su più livelli: da un lato con le aziende italiane e europee, dall’altro con le imprese e le start-up americane.
Vidiemme Consulting nasce a Milano nel 2004 e in pochi anni si afferma come realtà di riferimento nel settore delle tecnologie mobili, caratterizzandosi per una forte tendenza all’innovazione. Dalla prima applicazione per iPad realizzata in Italia nel 2009, ai primi prototipi di Google Glass del 2013 con la concomitante focalizzazione sulle tecnologie wearable e di indoor positioning, Vidiemme ha saputo intercettare le esigenze di un mercato che sta cambiando le regole di interazione fra uomo e tecnologia.

Un radar italiano in terra statunitense

Due anni fa mi sono unito a Vdm anche per strutturare la parte d’innovazione, per riposizionare l’azienda nelle nuove tecnologie”, ci ha detto Caperdoni. Il primo ciclo d’attività ha riguardato l’Italia, con successo superiore alle aspettative.
Abbiamo investito nei Google Glass con il nostro approccio, professionale e non consumer, pensando di seminare per raccogliere in un secondo tempo”, continua il Ceo, “mentre abbiamo monetizzato l’investimento da subito, anche perché sugli smart glass si lavora moltissimo in modalità stealth”, senza raccontarlo troppo.
Gli svariati successi hanno spinto l’azienda ad incrementare lo sforzo innovativo. “Abbiamo lanciato il cuore oltre l’ostacolo e siamo andati in Silicon Valley, dove nasce l’innovazione che a noi interessa, per diventarne parte attiva”. Sono state valutate anche altre aree quali New York o Austin, certo in forte sviluppo ma non così strutturate come la silicon valley.
Il business plan della filiale prevede un primo anno di organizzazione, per essere operativi dall’inizio del 2016. L’interazione tra i due mercati nella formula di Vidiemme ha già portato a qualche operazione economica, con settori di forte interesse quali wearables, Internet of things e digital health.
L’investimento previsto nel primo anno di States è stato tarato tra il 5 e 10% del fatturato 2014. Il ritorno, preventivato nel 2016, arriverà prima e -secondo i primi segnali- sarà maggiore del previsto. Particolare importanza viene data al settore medicale, che cambierà in modo sostanziale. “Da snapshot, ovvero valutazioni su periodi brevi o istantanei, si passerà rapidamente ad una raccolta dati continuativa e con elevata qualità dei dati”, spiega ancora il Ceo, “con la conseguente personalizzazione di medicine e terapie”.
Il progetto di Vidiemme, benché rinnovato, continua con la forte proposta di stampo italiano. “Promuovere l’italianità e consentire ai nostri talenti di misurarsi con le migliori innovazioni è tra i nostri obiettivi”, ha dichiarato Caperdoni.
Diventare operatore sul suolo statunitense, ovviamente, cambierebbe alcuni termini della formula. Per vedere le prossime evoluzioni non resta che aspettare.

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