Negli States si riaccende il dibattito su neutralità e servizio sui fiumi di Internet. Cambierà la competitività nei confini nazionali, ma anche e soprattutto sui nuovi scenari mondiali.
Potrebbe arrivare anche oggi lo schema per la net neutrality proposto congiuntamente da Verizon e da Google con la partecipazione della FCC, l’agenzia federale statunitense per le telecomunicazioni.
La (inter)net neutrality prevede che il livello di servizio sia lo stesso ovunque, quindi tra l’altro che i fornitori di accesso evitino strozzature o restrizioni.
Poiché ciascun fornitore ha un’idea diversa del miglior servizio possibile per la propria clientela, la questione richiede una regolamentazione piuttosto dettagliata, da articolarsi su un piano tecnico che la legge non può sempre anticipare. In questo caso la ridiscussione partirà da una proposta esterna di Verizon e Google.
Come se non bastasse, la coppia potrebbe essere un terzetto. Apparentemente il confronto tra le due aziende prosegue da circa dieci mesi ed è stato coordinato dalla FCC per mantenere la Rete aperta e qualitativa.
Ancora per qualche ora l’oggetto del contendere sarà avvolto nel mistero. Sembra chiaro che si tratti di regole per dare priorità a un servizio piuttosto che ad un altro, ovviamente in maniera diversa da operatore ad operatore, alla ricerca d’una salvaguardia degli investimenti e dell’ottimizzazione nelle spese. Mantenere Internet aperta in tutti i versi è infatti più costoso che operare scelte che -comunque le si metta- vorranno dire che i gestori limiteranno risorse sulla propria utenza, ma al contempo imponendo la stessa limitazione anche a chi sarà in contatto con loro. Il documento, certamente una prima versione che dovrà sopravvivere a molte valutazioni, includerà certamente delle specifiche sulla net neutrality sulle quali la FCC aveva mostrato particolare sensibilità. La stessa funzione della Fcc non è ancora chiara, né si sa se il testo verrà proposto come scaturito dai due partner commerciali Google-Verizon o se la prima forma ufficiale citerà in qualche modo la stessa Fcc.
Tre punti di vista: normativo, nazionale, internazionale
Un compromesso accettabile eviterebbe alla Fcc di riprendere in mano l’intera regolamentazione della banda larga.
Dietro alla questione si staglia anche la lotta Android vs. Apple, visto che i due proponenti. Gli altri grandi probabilmente staranno alla finestra sugli eventi senza aderire almeno nella prima fase. I piccoli, invece, avranno enorme difficoltà ad aderire, visto l’alto livello al quale si opera.
Negli Stati Uniti il dibattito sulla gestione della Rete è molto alto anche a livello politico, sia in senso federale, sia nel confronto con quanto sta avvenendo in Paesi arrembanti quali Cina e Sud Corea.