Il Network application service provider di livello europeo, grazie al forte supporto dell’azionista di maggioranza Bt Group Plc, ha chiuso il primo semestre con risultati incoraggianti pur in un contesto di forte calo dei prezzi. Due le linee di business:Managed Internet connectivity e Web farm.
Nell’attuale strana situazione che sta vivendo il mercato dell’Ict, è facile sbagliare il business model. L’osservazione viene da Roberto Galimberti, presidente e tra i fondatori di I.Net, i cui ultimi bilanci hanno invece dimostrato che le scelte strategiche fatte a suo tempo dal top management sono state vincenti.
Definito uno dei primi Nasp europei (Network application service provider), in virtù anche del supporto di Bt Group Plc azionista di maggioranza con una quota del 50,8%, I.Net navigando in un mercato che ha visto pesanti affondamenti, ha evidentemente trovato la giusta rotta, concentrando la propria offerta in due linee di business: fornisce soluzioni di connettività e di networking (Managed Internet connectivity) e servizi di Web farm. In seguito al crollo delle dotcom, come ha osservato Galimberti, gli investimenti di Web hosting e housing in genere sono fermi, per cui la società usa i servizi di Managed Internet connectivity come cavallo di Troia per vendere ai clienti servizi di Web hosting, dove peraltro ci sono i margini maggiori. “Il problema oggi – ha sottolineato il presidente di I.Net – è dare valore aggiunto agli “stanzoni” delle Web farm, che in definitiva sono delle commodity, pur richiedendo enormi investimenti”.
Attualmente in Italia I.Net possiede vicino a Milano la Web farm di Settimo Milanese dove risiede la maggior parte dei servizi per i grandi clienti, e anche il centro in zona San Siro, mentre è di recente apertura un centro a Roma, il cui avvio avverrà in due fasi. Una prima parte, relativa a una superficie di 125 mq, che ha richiesto un’investimento di 120mila euro è sata inaugurata all’inizio di settembre, mentre una seconda parte sarà aperta nel marzo 2003 e riguarderà una superficie di 500 mq e un investimento di 2 milioni di euro.
Venendo ora ai dati di bilancio, nel primo semestre del 2002 I.Net ha realizzato ricavi consolidati per 29,3 milioni di euro, registrando una crescita del 5,1% rispetto allo stesso periodo del 2001, che in sé non sarebbe molto significativa se non fosse che il risultato è stato ottenuto in un contesto di calo di ben il 52% dei prezzi medi per la connettività di base. Quindi, nonostante le difficoltà del mercato, I.Net è riuscita a mantenere elevate le performance di vendita, fatto questo che se i prezzi tendono ad assestarsi per i prossimi mesi, fa presagire al top management un futuro luminoso per la società.
Nella ridda di cifre dettagliate rilasciate dal service provider sull’andamento della prima metà dell’anno, si evidenziano i dati relativi al miglioramento del margine lordo consolidato (Ebidta) pari a 5,3 milioni di euro (+38,8%), un margine operativo (Ebit) negativo per 348mila euro, ma in riduzione rispetto al valore sempre negativo di 398mila euro dello stesso periodo di un anno prima. Gli investimenti effettuati nel primo semestre, pari a 3,4 milioni di euro, sono stati completamente autofinanziati dall’attività operativa, e alla fine di giugno il gruppo aveva un cash di 72,6 milioni di euro.