Il boom del settore nasce dalla necessità delle imprese di migliorare la gestione e i costi dell’area It. Ma per valorizzare questa tecnologia, avverte Idc, è necessario introdurre strumenti di change management
Il 2007 si conferma un anno decisivo per l’evoluzione che le tecnologie di virtualizzazione delle infrastrutture It stanno registrando all’interno delle varie organizzazioni. «Quest’anno – ha sottolineato Richard Villars, vicepresidente della ricerca Storage Systems in Idc – entrambi i settori dello storage e dei server stanno facendo passi avanti per colmare il divario fra le loro soluzioni di virtualizzazione. Ci attendiamo di vedere miglioramenti a vari livelli». E uno fra questi per Villars sarà proprio l’attività d’integrazione fra piattaforme di gestione della virtualizzazione di server e storage. Le tecniche che permettono di attuare la virtualizzazione di risorse It fisiche non sono certo un concetto nuovo. «La tecnologia di server virtuale – ha osservato Nathaniel Martinez, program manager Idc – è stata una funzionalità dei sistemi It per lungo tempo, avendo cominciato a essere utilizzata nei data center basati su mainframe, come sistema per creare partizioni logiche all’interno di ampie risorse di elaborazione e fare in modo che ciascuna partizione potesse supportare uno specifico carico di lavoro, senza interferire con le altre».
Di fronte alla crescente pressione di dover costantemente realizzare applicazioni a un costo più basso, più rapidamente e con un più alto livello di disponibilità – ha aggiunto Martinez – i data center di fascia enterprise si rivolgono spontaneamente alla virtualizzazione dei server per ottimizzare le risorse It».
Uno studio dello European Systems and Infrastructure Research Group di Idc indica che la virtualizzazione dei server sta rafforzandosi notevolemente nelle organizzazioni europee di grandi dimensioni. L’analisi, basata sui dati di un’indagine condotta su 102 direttori It e manager europei che hanno attivato la virtualizzazione dei server all’interno delle loro organizzazioni, rivela un’ampia adozione di tale tecnologia, diffusa sia negli ambienti server x86 che in altri. In media, nel campione preso in esame, il 7% dei server installati risulta virtualizzato.
Inoltre, coloro che hanno risposto all’intervista dichiarano che il 69% dei server acquistati negli ultimi dodici mesi è stato virtualizzato, e prevedono di fare la stessa cosa con il 49% delle nuove macchine che verranno comprate nel prossimo anno. L’industria dei servizi mostra la maggior propensione ad affidarsi a questa tecnologia, mentre il sistema operativo Linux emerge come il target preferito per la virtualizzazione, subito seguito da Windows.
Idc prevede in crescita il numero di server virtualizzati con un trend medio annuo del 55%, per arrivare a 1,1 milioni di unità vendute in Europa nel 2011, che rappresentano il 52% dei previsti 2 milioni e 197.000 server venduti in tale periodo. Un numero che equivale a 5,4 milioni di server logici. Sempre secondo queste previsioni, in Europa occidentale il fatturato proveniente dalle vendite di server virtualizzati crescerà dai 948 milioni di dollari del 2006 a 5,5 miliardi di dollari nel 2011. «La virtualizzazione – ha dichiarato Thomas Meyer, vicepresidente del gruppo European Systems and Infrastructure Solutions di Idc – insieme con l’automazione e la gestione dei sistemi rappresenta la più importante pietra angolare degli investimenti attuali provenienti dalle organizzazioni It di grandi dimensioni».
Le imprese europee, oggetto dell’indagine vedono la virtualizzazione delle risorse di sistema come una tecnologia che ha il potenziale di cambiare le dinamiche con cui esse utilizzano le risorse stesse. Tuttavia, avverte Idc, per sfruttare completamente il valore che questa tecnologia può liberare, la sola virtualizzazione non è sufficiente, e le organizzazioni It devono considerare gli strumenti di change management e gestione dei sistemi per ottimizzare i loro ambienti virtualizzati.
Va poi aggiunto che la crescita delle soluzioni di virtualizzazione porta anche un rovescio della medaglia: sta cioè già avendo un impatto sulla commercializzazione dei server tradizionali in Europa, che l’anno scorso ha mostrato un costante declino nei tassi di crescita delle vendite mondiali di macchine x86. Rispetto ai tassi medi di espansione degli anni precedenti, dal 20 al 25%, l’anno scorso tale ritmo ha subìto un rallentamento: nel quarto trimestre 2006, la crescita delle vendite di server x86 in Europa occidentale, rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, è stata solo dell’1,8%.