Polemica VMware: le strategie di Microsoft ingenerano dipendenza nell’utenza.
“Microsoft sta cercando di limitare la libertà degli utenti nella
scelta delle soluzioni per la virtualizzazione“.
E’ questo, in
sostanza, l’incipit di un documento pubblicato da VMware sul suo sito web (ved.
questa pagina) attraverso il quale l’azienda critica la pratica con cui, a
Redmond, si cercerebbe di mettere in atto strategie per generare, nell’utenza,
una sorta di “dipendenza” nei confronti di funzionalità per la
virtualizzazione targate Microsoft quali i dischi virtuali Vhd.
VMware
sostiene di aver offerto uno standard aperto per la gestione delle unità di
memorizzazione “virtualizzate” che può essere condiviso tra i vari
produttori software ma che Microsoft avrebbe rifiutato di adottare.
Recentemente, osserva VMware, Microsoft ha iniziato a distribuire dei
pacchetti software preinstallati in formato Vhd che possono essere utilizzati in
Virtual Server senza la necessità di dover effettuare alcuna complessa
installazione. Tali file Vhd sono però compatibili solo con Virtual Server 2005.
“La possibilità di eseguire appliance virtuali Windows su qualsiasi
piattaforma è un aspetto importante per gli utenti“, scrive VMware.
Mike Neil, general manager delle soluzioni per la virtualizzazione
Microsoft, da parte sua, disegna il ritratto di un’azienda che ha iniziato il
cammino che porterà allo sviluppo di una piattaforma aperta, costruita attorno
al concetto di virtualizzazione.
“Microsoft è convinta che il
miglior modo di operare consista nella definizione di una collaborazione di
fondo con i vari vendor. Per incoraggiare l’interoperabilità la nostra azienda
condivide apertamente la tecnologia utilizzata ed ha provveduto a pubblicare la
documentazione riguardante le API impiegate in tutti i nostri prodotti per la
virtualizzazione e nella tecnlogia hypervisor che diverrà parte integrante della
prossima versione di Windows Server“.