Il Presidente Mario Draghi ha appena sciolto la riserva sulla formazione del nuovo governo, e sarà Vittorio Colao il Ministro dell’Innovazione Tecnologica.
Colao, bresciano classe 1961, vanta un curriculum di altissimo profilo. Laureato alla Bocconi, ha proseguito gli studi alla Harvard University dove ha ottenuto un MBA.
Dopo un’esperienza in Morgan Stanley, ha svolto una parte importante della sua carriera ricoprendo alte cariche dirigenziali prima in Omnitel (di cui è stato direttore generale) per poi essere nominato amministratore delegato di Vodafone Omnitel Italia.
Nel 2001, Colao viene scelto come Ceo regionale di Vodafone per l’Europa meridionale e nel 2003 le sue responsabilità aumentano aggiungendo anche le aree Medio Oriente e Africa.
Vittorio Colao lascia Vodafone nel 2004 per assumere la guida di Rcs MediaGroup come amministratore delegato, incarico che ha ricoperto fino al 2006, quando è rientrato in Vodafone dalla porta principale con la qualifica di vice AD della divisione Europa.
La definitiva consacrazione fra i top manager di livello mondiale si può certamente datare al 29 luglio 2008, giorno in cui è stato scelto per sostituire Arun Sarin come amministratore delegato di Vodafone.
Colao ha ricoperto la massima carica in una delle principali società di telecomunicazioni al mondo fino al 2018. Infatti, dopo venti anni in seno a Vodafone, il 15 maggio 2018, Colao lascia, affermando di volersi reinventare in altri ruoli. Il manager ha collaborato con il fondo di private equity General Atlantic come special advisor, con particolare focus rivolto ai settori delle telecomunicazioni e consumer.
Il suo incarico istituzionale più recente è di pochi mesi fa: ad aprile 2020 Colao è stato infatti scelto dall’allora premie Giuseppe Conte per guidare la task force della “Fase 2” post-lockdown, finalizzata al rilancio economico italiano del Paese a seguito dell’emergenza coronavirus.
Come spesso accaduto nella sua carriera professionale, ora Vittorio Colao è chiamato ad un importante aumento di responsabilità: guidare il Ministero dell’Innovazione proprio nel suo periodo più impegnativo, alle prese con un Paese in piena e turbolenta trasformazione digitale e destinato a guidare una parte importante dei progetti del Recovery Plan