La società rilascia alcuni strumenti utili per facilitare la creazione di ambienti astratti su open source.
San Francisco, California
Vmware riconferma l’impegno sul fronte del sistema operativo Linux. Lo fa in occasione della sua user conference, che si tiene in questi giorni a San Francisco (California). La società, che sostiene di avere in tutto il mondo oltre 20.000 clienti per la sua infrastruttura di virtualizzazione, investe circa 1/5 del proprio fatturato in ricerca e sviluppo ed è da sempre attenta all’evoluzione del mondo del sorgente libero. «Siamo dei profondi sostenitori dell’open source – esordisce Raghu Raghuram, vice president Products and Services di Vmware -. Da parecchi mesi collaboriamo con la comunità del software libero per migliorare la nostra offerta su Linux, soprattutto in ambito server».
Dal 2006, infatti, la società ha dato il via alla fruizione gratuita per Linux e Windows del suo Vmware Server, un prodotto di virtualizzazione entry level. «Oggi presentiamo alcuni nuovi strumenti, Open Virtual Machine Tools, che saranno messi a disposizione della comunità del software free – prosegue il manager -. Gli sviluppatori potranno prelevarli e amalgamarli all’interno delle diverse distribuzioni del sistema operativo open source, per migliorare l’integrazione di ambienti astratti e facilitare la creazione di macchine virtuali su Linux. Delle oltre 600 appliance virtuali sviluppate in tutto il mondo dai nostri partner, infatti, la maggior parte gira anche su una sottoversione dell’Os del Pinguino». E l’impegno a supportare il sistema operativo free non sembra sterile. «Con le comunità del software libero – conclude Raghuram – collaboriamo attivamente su alcune aree come il porting delle nostre soluzioni sulle nuove distribuzioni o i test. Stiamo, inoltre, lavorando di concerto con Novell, Red Hat e Ubuntu all’integrazione dei Vmware Tools all’interno dei processi di installazione delle loro versioni di Linux, per facilitare il lavoro degli sviluppatori e quello degli utenti finali».