Cresce l’attesa per l’evento che si svolgerà a Copenhagen dal 12 al 14 ottobre e che, a fine agosto, a San Francisco, ha registrato 17.000 presenze.
Erano attese 14.000 presenze al Vmworld di San Francisco. Ne sono arrivate 17.000, «segno – per Alberto Bullani (nella foto), regional manager di Vmware – che la strategia volta a offrire ai clienti una piattaforma completa per il cloud computing che va dall’infrastruttura allo sviluppo applicativo, fino all’end user computing gestibile da qualsiasi dispositivo e in qualunque luogo, paga davvero».
Si chiami vSphere, SpringSource o View 4.5, il paradigma che ha in mente Vmware non cambia e parla di un’It as a service supportata da soluzioni come vCloude Director «che si configura come una super console – spiega Bullani – per la creazione di datacenter virtuali affidati in modalità self service a un gruppo di utenti che gestiscono in autonomia la parte di It loro assegnata».
E a ulteriore dimostrazione che il mercato sta davvero premiando la fruizione della tecnologia come servizio proposta da Vmware, il fornitore di soluzioni di virtualizzazione per ambienti desktop, datacenter e cloud, ha rivisto al rialzo le proprie previsioni di fatturato che, più vicino ai 2,8 miliardi di dollari rispetto ai 2,6 annunciati, porterà a registrare una crescita worldwide del 50% anno su anno.
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