Con uno scatto di reni, il Governo è riuscito a portare al voto il discusso testo attuale, prima che scadano i termini definitivamente.
L’Agenda digitale italiana non rientra negli obiettivi del dimissionario governo tecnico.
Com’è noto, l’unico provvedimento garantito è la legge di stabilità, la finanziaria di una volta.
Molto difficilmente si farà in tempo ad approvare l’Agenda, ma in compenso ne abbiamo già stabiliti la struttura e il direttore, Agostino Ragosa (ex Poste).
La questione non è semplicissima: stabilità, startup, agenda digitale ed altre azioni del governo dimissionario, come il Milleproroghe, sono estremamente articolate e strettamente correlate, per cui gli effetti di una sola defezione potrebbero propagarsi.
Unanimi i commenti degli esperti sulla negatività della mancata conversione del decreto, da farsi entro il 18 dicembre.
L’iter normale resta impraticabile anche per le 400 proposte di emendamento presentate e alle quali si è in fine rinunciato a favore di questo testo.
L’unica possibilità di approvazione era la richiesta della fiducia da parte del Governo, e così è stato.
“#agendadigitale Domani sera voto fiducia, passera’ nonostante Pdl. Giovedì approvazione testo Senato. Too little and too late ma #maleminore“, ha twittato alle 22:20 Paolo Gentiloni.
Il Pdl dovrebbe astenersi.