È stato necessario un evento eccezionale, ma alla fine anche in Italia il telelavoro, o smart working, è entrato definitivamente nelle abitudini. Insieme però, dalla porta di casa per tanti lavoratori sono passati anche i rischi legati alla sicurezza di reti domestiche con standard del tutto diversi rispetto a quelle aziendali, rendendo consigliabile, se non addirittura, necessario, l’utilizzo di VPN domestica.
Si presenta quindi all’improvviso la necessità di porre rimedio. Se è praticamente impossibile pretendere tra le mura di casa gli stessi standard di un ufficio, i margini di intervento non mancano. Primo passo contare su una VPN domestica.
Considerata anche le potenziali difficoltà nel garantire l’eventuale assistenza sul posto, oltre alla sicurezza una VPN deve essere facile da installare, senza interferire con l’attività lavorativa. La buona notizia, le soluzioni sul mercato non mancano.
La VPN è una buona abitudine
Anche se la spinta principale verso una VPN domestica avviene in genere per motivi di lavoro, in diverse situazioni l’uso abituale non è comunque una brutta abitudine. Non a caso, Kaspersky guida la serie di produttori con un’offerta dedicata, separata dal pacchetto base ma a prezzi in genere contenuti.
Nel caso specifico si tratta di VPN Secure Connection, a 29,99 euro all’anno per 5 dispositivi. In generale, la protezione è attiva automaticamente (salvo impostazioni diverse) quando si naviga sul Web.
Già in questo modo si impedisce ad altri utenti di vedere la propria attività. Requisito indispensabile quando ci si collega da casa ai sistemi aziendali, utile però anche per il banking e lo shopping online.
Inoltre, nell’accesso ai social media o lo streaming, VPN Secure Connection ostacola gli hacker dal leggere le comunicazioni.
Altro aspetto importante, una VPN agisce anche sulla privacy e sulla libertà di accesso a siti all’estero. L’impossibilità di rivelare posizione e indirizzo IP, aiutano infatti ad accedere a siti Web e a contenuti in altre regioni senza essere rintracciati.
Da non dimenticare, a volte anche lo stesso software di sicurezza può sollevare questioni di privacy. Kaspersky ci tiene a sottolineare come non registri le attività durante la navigazione e non tenga traccia dei siti Web visitati.
Imparare a stare sicuri
I principi seguiti da Symantec non sono molto diversi. Qualche differenza invece emerge nell’offerta. Almeno per il primo anno, Norton Secure VPN viene proposto allo stesso livello di prezzo del pacchetto di sicurezza più completo Norton 360 Deluxe, 39,99 euro per cinque dispositivi. Successivamente, la differenza comunque contenuta in 20 euro, 69,99 euro contro 89,99 euro, per invogliare maggiormente la sottoscrizione estesa.
Restano comunque validi i principi tecnici di fondo. Una VPN domestica deve basarsi pria di tutto su una cifratura affidabile e al tempo stesso in grado di non appesantire più del lecito la velocità di trasmissione dei dati.
Questo aiuta comunque a navigare nel Web in modo anonimo, proteggendo prima di tutto la propria privacy online, ma di conseguenza anche quella dell’azienda se si usa lo stesso PC o si condivide la rete, dai monitoraggi spesso non visibili da parte degli inserzionisti online e di altre aziende.
Per il vero smart working, quindi in situazioni di lavoro più dinamiche della postazione fissa a casa, è importante anche poter contare su un certo numero di dispositivi. Una copertura utile comunque a proteggere gli altri punti di connessione domestici, è fondamentale quando si lavora in mobilità con tablet o smartphone.
Sotto la protezione c’è libertà di muoversi
VPN domestica non significa solo lavorare sicuri. Dal punto di vista Panda è anche un’opportunità di muoversi liberamente e connettersi senza remore senza porsi più domande del necessario sulla modalità di accesso.
Grazie a una rete distribuita di server propri, Panda è agevolate nel mantenere velocità e prestazioni. I dati vengono cifrati, senza tuttavia memorizzare alcuna informazione su attività online e siti visitati.
L’offerta del servizio di VPN singola è calcolata su base mensile di 2,36 euro, vale a dire 28,32 euro all’anno. Come tutti i produttori però, nonostante in teoria il modulo di sicurezza possa agire in modo autonomo, la spinta è verso il pacchetto completo.
Nel caso dell’azienda acquisita recentemente da WatchGuard, si tratta di Panda Dome Premium, a 89,24 euro al mese. Interessante notare, in questo caso come negli altri, proprio negli ultimi mesi una maggiore spinta al taglio dei prezzi per le sottoscrizioni dei pacchetti comprensivi di protezione VPN.
Anche la semplicità è sicurezza
Quando l’utente si trova a dover provvedere per conto proprio da casa a una connessione sicura, l’operazione deve essere resa più semplice possibile. Anche McAfee si allinea a questa strategia, proponendo Safe Connect VPN Proxy come pacchetto distinto, da 47,99 euro all’anno. Da aggiungere eventualmente a uno degli altri software per la sicurezza.
Importante quando si guarda a un prodotto per una VPN domestica è anche il volume di dati compreso nell’abbonamento. Per i canonici 5 dispositivi, McAfee opta per la trasparenza, includendo un traffico dati illimitato.
Garantito come da standard l’anonimato dell’indirizzo IP, si può quindi considerare al riparo da occhi indiscreti informazioni come conto bancario e i dati della carta di credito.
Condizioni importanti naturalmente anche quando ci si connette a una rete aziendale. Così come affidarsi a uno dei server virtuali sparsi per il mondo, utili per accedere da qualsiasi luogo ai propri contenuti preferiti e ad app anche in presenza di restrizioni geografiche. Non si tratta in questo caso di una vera e propria VPN fisica, ma i requisiti si avvicinano.
Sorveglianza attiva sempre e comunque
Un’esigenza recente coma la VPN domestica è invece per F-Secure terreno di ricerca da molto più tempo. Almeno, questa è la carta messa in campo dall’azienda, pronta a giocare sull’esperienza, in un’offerta comunque allineata agli standard di mercato.
Il modulo dedicato Freedom VPN viene infatti proposto singolarmente a 59,90 euro all’anno per cinque dispositivi. In alternativa, incluso in F-Secure Total per 99,99 euro all’anno, sempre per lo stesso numero di dispositivi. In questo caso, un canone superiore alla media.
Anche e soprattutto perchè regna la convinzione di poter puntare su una tecnologia all’avanguardia. L’idea però è prima di tutto accollarsi l’intero peso della tecnologia, lasciando all’utente solo l’incombenza di attivare o meno la funzione.
In particolare, nella connessione a una rete Wi‑Fi pubblica il software cifra comunque i dati. Inoltre, blocca il tracciamento online per impedire a chiunque, browser, proprietario di un sito Web, provider o altri, di tracciare e visualizzare le attività online. Infine, per un livello aggiuntivo di privacy nasconde l’indirizzo IP. In pratica, modifica la posizione dell’indirizzo reale, utile anche per superare i blocchi geografici.
La sicurezza non si fa notare
Tra i problemi spesso trascurati quando si guarda a una VPN domestica o a un software di sicurezza in generale, l’impatto sulle prestazioni del sistema. Soprattutto per i dispositivi meno dotati, può rivelarsi importante.
Questo è uno dei fattori sui quali punta Bitdefender, nello specifico con Premium Security da 79,99 euro al mese. A differenza dei diretti rivali però, per dieci postazioni e sempre con volume di dati illimitato.
Aspetto da sottolineare, secondo i punteggi AV Test presentati dall’azienda stessa, con ripercussioni ridotte sulle prestazioni, senza per questo intaccare l’efficacia.
Questo nonostante Bitdefender non faccia eccezioni quando si parla di cifratura. Viene infatti trattato l’intero traffico Internet, oltre a password e download.
Nell’utilizzo di una connessione domestica per lavoro, importante è anche l’efficacia del sistema Anti-tracker, pronto a bloccare i moduli nascosti che raccolgono i dati, contenendo anche di visualizzare per ogni sito Web le informazioni alle quali chiede di accedere.
Interessante infine anche la valutazione delle vulnerabilità. Questa, verifica eventuali falle di sicurezza nel proprio PC per rilevare software datato e vulnerabile, patch di sicurezza di Windows mancanti e impostazioni del sistema potenzialmente poco sicure, indicando le relative soluzioni.
VPN come regola, non come opzione
Anche se non cita espressamente il termine VPN nel contesto dell’offerta rivolta a utenti privati, i software ESET presentano comunque tutti requisiti del caso, a partire dalla cifratura. Già a partire dal livello intermedio di offerta, tra i tre abitualmente proposti.
Per 65,88 euro all’anno sul singolo dispositivo Internet Security, le caratteristiche del caso non mancano. Unica eccezione in termini di cifratura, le fotografie non vengono trattate.
In dettaglio, l’applicazione sposa la linea del browser sicuro, con cui effettuare i pagamenti online. All’occorrenza, viene attivata in automatico durante le operazioni di online banking. Cifra quindi le comunicazioni tra tastiera e browser, così da proteggere le transazioni.
Per lo smart working, è di aiuto anche il monitoraggio della connessione di casa. Controlla le vulnerabilità del router domestico, come password poco sicure o firmware non aggiornati e crea delle proposte di intervento. Viene prodotta una lista dei dispositivi collegati al router, compresi smartphone e altri apparati smart, fornendo una panoramica della rete. Scansiona alla ricerca di vulnerabilità e propone soluzioni per risolvere i problemi.
Smart working: si porta a casa la sicurezza dell’azienda
Per quanto particolare, merita infine attenzione anche la soluzione Sophos. Inserita nel contesto dell’offerta aziendale, proprio in conseguenza dell’attuale cambiamento di scenario si è deciso di adattarla anche al contesto dello smart working.
Attraverso i dispositivi XG Firewall e SD-RED in sede, installando un client software il dipendente può avere accesso ad applicazioni, e-mail e risorse sulla rete da casa propria, con tutte le caratteristiche della postazione in sede. Inoltre, funzionalità come il Web filtering prevengono l’accesso a contenuti dannosi e inappropriati anche per l’attiità privata eventualmente condotta sullo stesso PC.
Per chi è titolare di un XG Firewall anche virtuale, è compresa una licenza di base perpetua comprensiva della connettività sia IPsec sia SSL VPN. Si può scegliere uno o entrambe per fornire ai dipendenti remoti l’accesso alla rete aziendale.
In questo caso però, per l‘installazione e la configurazione serve mettere in preventivo un maggiore supporto dal personale tecnico. Una volta completate però, Sophos assicura la possibilità di attivare il sistema in totale autonomia.
Sul desktop basta selezionare la rete o l’ufficio desiderato e attivare la relativa connessione per stabilire un tunnel VPN cifrato tra il firewall e il dispositivo remoto. Sul lato client, il dispositivo remoto utilizza il software client Connect gratuito per Windows o macOS.
Ormai la sicurezza e la privacy sulla rete internet è diventata una priorità assoluta con o senza Smart working. Mi chiedo se non sia il momento per i gestori delle reti di cambiare “politica” e adottare un “servizio VPN” di default per tutti.