È la prima azienda a iscriverlo ufficialmente a bilancio ma è la conferma di un trend in atto: Warner Music ha infatti dichiarato che il fatturato derivante dall’ascolto in streaming ha superato per la prima volta (nella storia della musica) quello dei download dai negozi online.
Come riportato da Recode, la società, che nella sua scuderia vanta nomi come Eric Clapton, Led Zeppelin (che hanno ampiamente trainato le vendite dei supporti fisici), Pink Floyd, Green Day, Ed Sheeran, Bruno Mars, James Blunt, Jason Derulo, Charli XCX, Luciano Ligabue, o Laura Pausini, ha sottolineato che i ricavi derivanti dallo streaming hanno avuto una crescita del 33% nel secondo trimestre del corrente anno fiscale, il che ha permesso di mettere a segno un +7% nei profitto globali delle vendite digitali. Questo, in pratica, significa che c’è stata una rilevante riduzione delle vendite derivanti dai negozi di download come iTunes.
Queste cifre fanno immediatamente capire il motivo della grande bagarre che si è instaurata nel mondo dello streaming musicale e come mai le major discografiche, ma anche Apple, spingano affinché aziende come Spotify interrompano il loro servizio gratuito a favore di quello a pagamento. Il Ceo di Warner Music ha affermato che il rilevante tasso di crescita dello streaming indica chiaramente che negli anni ave ire sarà questa la principale modalità di fruizione della musica. E Warner intende favorire il business dei partner che offrono musica in streaming, facendo in modo che cantanti, parolieri e cantautori percepiscano un pagamento adeguato per il loro lavoro.
Per chi continuerà a offrire musica free, il rischio è che sempre più artisti come come Taylor Swift (l’unica a essere riuscita a vendere più di un milione di copie del suo ultimo album lo scorso anno negli USA) e i Radiohead decidano di abbandonare tali servizi di streaming per evitare che la propria musica sia concessa per l’ascolto gratuito.